“Il nostro gruppo consiliare rivendica la storia per la pace e la solidarietà tra i popoli che ha attraversato la città: non è “nostra”, ma di tutta la cittadinanza che non si è arresa all’odio e alla paura. Oriana Fallaci ha attraversato quella storia scegliendo la parte sbagliata”
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Antonella Bundu, Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Il Presidente del Consiglio Comunale di Firenze aveva avvertito di voler ricordare Oriana Fallaci nel giorno della sua morte, il 15 settembre. Non ci aspettavamo però che volesse annunciarlo in relazione all’11 settembre e parlando di un rapporto da ricucire, quasi gli eventi di venti anni fa richiedessero un riconoscimento di reciproci torti tra le parti.
Il nostro gruppo consiliare non ha l’esclusiva del movimento per la pace, così come di quelli legati alle lotte per l’autodeterminazione dei popoli e della solidarietà tra loro. Però le guerre seguite all’attentato delle torri gemelle si sono dimostrate esattamente quello che denunciavano le migliaia di persone che scelsero di esporre le bandiere della pace, occupare scuole, manifestare in strade piene e colorate. Altrettanto fondate si sono rivelate le letture sugli interessi economici che muovevano il sistema industriale, finanziario e militare degli Stati Uniti (insieme a molti alleati NATO).
Capiamo la volontà di voler riscoprire la “prima Oriana Fallaci”, cioè quella giornalista nota anche per le sue radici familiari socialiste e antifasciste. Riconosciamo la vita piena e articolata di questa donna, legata al nostro territorio e cittadina del mondo, ma davvero non possiamo giustificare per questo le modalità con cui ha voluto attraversare l’ingresso nel nuovo millennio, fomentando la teoria dello scontro di civiltà e attaccando ferocemente chi lottava per un altro mondo possibile.
Da ricucire c’è il rapporto delle istituzioni con il sangue di Genova di venti anni fa, il rapporto dei governi occidentali con le popolazioni bombardate in questi decenni (a partire da quelle dell’Afghanistan e dell’Iraq), il rapporto del potere con la libertà di informazione, il rapporto con Julian Assange e chi ha avuto il coraggio di mostrare le prove di quali crimini abbiano macchiato la comunità internazionale.