“Approvata la proposta di Sinistra Progetto Comune al Quartiere 1 per favorire il rispetto del limite dei 30 km/h in area UNESCO. Ora serve rafforzare ed estendere la stessa logica ad altre aree della Città, in cui costruire forme diverse di mobilità, più sostenibili”
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“Come noto da più studi, la mortalità di un investimento pedonale a 50 all’ora è dell’80%, a 30 del 10%. L’evidenza suggerisce poi che andando a 30 km/h sia molto più difficile investire un pedone.
Nell’area UNESCO, e in altre strade fiorentine, vige da anni tale limite. Uno dei limiti meno rispettati, e meno conosciuti.
Eppure un limite che salva vite, ancor più importante col crescente diffondersi della micromobilità elettrica.
E migliora la vivibilità del centro, meno rumore e inquinamento.
Per queste ragioni ci fa piacere che la mozione presentata da Sinistra Progetto Comune in Consiglio di Quartiere 1 in favore di tale rispetto, sia stata approvata.
La mozione – spiegano i consiglieri in Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi con i consiglieri al Quartiere 1 di Sinistra Progetto Comune Francesco Torrigiani e Giorgio Ridolfi – chiede di migliorare la cartellonistica, di dare maggior visibilità e comunicazione all’esistenza di questo limite, di studiare meccanismi dissuasivi.
Ovviamente sarà fondamentale dare seguito a questa mozione e verificare la sua applicazione in tempi rapidi.
Ma è già un segnale importante da parte del Consiglio di Quartiere e della maggioranza, quando si diffondono sempre più esperienze di città “più lente” e sicure (anche in relazione alla pandemia Covid-19), quindi esperienze che portano al drastico calo della mortalità negli incidenti urbani.
Per questo crediamo che si debba estendere tale limite ad altre parti della città. Abbassare il limite a 30 km/h salva vite e riduce rumore e inquinamento.
Tale misura – concludono Bundu, Palagi, Torrigiani e Ridolfi – sarebbe coerente e complementare, come molte esperienze ovunque già mostrano, alla necessità di ridisegnare gli spazi urbani per favorire il distanziamento che il Covid-19 impone. Revisione che dovrà privilegiare una mobilità più lenta, più spazi per pedoni, biciclette e micromobilità elettrica, meno barriere architettoniche, un sistema pubblico meglio interconnesso e così via. E, inevitabilmente, richiederà il sempre minore utilizzo di auto private, da rendere una necessità sempre più limitata attraverso il trasporto pubblico e l’incentivazione di altre forme di mobilità”.