Solo ai buonisti e alla sinistra agiata può piacere la svolta per cui si ricordano i 40 anni dalla morte di Basaglia.
È uno dei commenti che capita di leggere oggi (riassunto e semplificato all’essenza).
A giustificare questa posizione un’argomentazione: le persone che erano nei manicomi e nei manicomi criminali oggi sono abbandonate, perché nessuno si prende in carico delle malattie mentali. Per non parlare di quello che è avvenuto negli istituti penali.
Non a caso il carcere rimane una discarica sociale, mentre prima lo erano anche gli istituti psichiatrici. Così come si dovrebbe provare vergogna per quello che sono diventate molte RSA.
Chi deve lavorare per sopravvivere e chi rischia di non avere abbastanza salario per pagare l’affitto avrebbe rischiato di finirci in quei manicomi che a qualcuno mancano.
Perché la vergogna è la guerra alla povertà che è stata scatenata, accompagnato da un dispositivo di rimozione di ciò che è visivamente perturbante, perché evidenzia le ingiustizie su cui si fondano le nostre società.
Quindi solo alle persone sciocche e illuse può non sembrare epocale quanto ha ottenuto Basaglia. A quelle che possono permettersi di chiudere gli occhi. Benpensanti. Finte provocatorici. Forti con le debolezze. Nauseanti. Forse impaurite.
40 anni fa moriva uno degli autori di quello che sarebbe dovuto essere un punto di partenza e che può essere ancora oggi un punto da cui ripartire.