Post imperdonabilmente lungo.
Due anni fa si votata per rinnovare il consiglio comunale di Firenze.
Non avremmo immaginato che ci saremmo trovati a svolgere la nostra funzione in una pandemia come quella che stiamo attraversando: si tratta di una parte delle ragioni per cui ci siamo scoperti tanto fragili di fronte a questa “emergenza”, non così imprevedibile.
Con Antonella Bundu abbiamo superato i 1.000 atti in meno di 24 mesi (emendamenti esclusi, quelli non vengono pubblicati in Rete Civica). È solo un numero e:
1) c’è una tradizione ereditata della sinistra di opposizione e i “record” di chi ci ha preceduto restano imbattuti,
2) puoi essere il gruppo consiliare che da solo presenta più atti di tutti gli altri messi insieme, ma serve solo se fuori dalle istituzioni c’è una politica che dà concretezza al nostro ruolo di opposizione (e per fortuna non è mai mancata),
3) non sarebbe stato possibile tenere un ritmo di più di un atto al giorno se non fosse per chi ha lavorato e lavora al gruppo, per i consiglieri di quartiere, per i soggetti politici della nostra coalizione, per chi con la sua militanza e il suo tempo ci aiuta (quotidianamente o come e quando può), per la cittadinanza, i comitati, i movimenti, le realtà di lotta, le organizzazioni sindacali e tutto il vasto mondo della sinistra che c’è sul nostro territorio Non sarebbe possibile se non ci foste “voi”, che ci seguite e “sostenete”.
Non pretendiamo di essere “la sinistra” della nostra città: ne facciamo però parte e vogliamo continuare a esserle utili, o meglio a essere utili a quelle persone che hanno bisogno di un salario per vivere, che sanno quanto sia importante l’ambiente e tutto ciò che è fuori dalla logica del mercato (del profitto, del consumo, della diseguale distribuzione delle ricchezze).
Stamani mi hanno detto: “sai che nelle chat di *una categoria*, che tanto difendente, se la prendono con te e la Bundu perché difendete l’illegalità di via Baracca?”. La risposta è stata a cuor leggero: non ci interessa essere popolari nel sistema, siamo in Palazzo Vecchio per quelle lotte di cui abbiamo sempre fatto parte, che si ricordano che la Resistenza era illegale e i valori costituzionali riconoscono il diritto ad avere una casa, a combattere le disuguaglianze, che continuano a crescere anche sul nostro territorio. Continueremo a difendere anche i diritti di quella categoria, a prescindere da cosa pensano di noi alcuni di loro (anche perché non pretendiamo di piacere a tutte le parti, altrimenti che esiterebbe a fare la politica?).
Dal 1° giugno si chiuderà una parte della mia vita (quella legata all’università) e devo dire che in questi anni moltissime cose sono cambiate. Da under30 pensavo che avrei continuato con il mio vecchio lavoro (imbustare e impaginare riviste, compilare 730 e ISEE), facendo militanza politica fuori dalle istituzioni.
Mi permetto quindi una parentesi personale per ringraziare chi ha condiviso questa strada, anche solo una parte, anche chi a un certo punto ha deciso che le priorità erano altre.
Siamo l’insieme delle nostre esperienze e nessuna parte della nostra vita è completa se non si relaziona a chi abbiamo intorno. Mi sento fortunato, nonostante l’incertezza del futuro, per le comunità di cui faccio parte. So che ci attendono tre anni impegnativi, in cui dare priorità a quello che dobbiamo ancora migliorare (errori ne abbiamo fatti, ci mancherebbe!).
Sapendo che l’esperienza della coalizione unitaria di Sinistra Progetto Comune continua e deve continuare, che alla fine di questa esperienza dovremo tutte e tutti insieme presentare alla città un’alternativa di governo alla Giunta Nardella (coinvolgendo magari anche altre realtà, che nel frattempo sono nate o che nel 2019 avevano fatto scelte diverse). Sapendo che Firenze Città Aperta prosegue la sua esperienza anche “dopo” quella scheda elettorale di due anni fa.
Insomma se siete arrivati fino a qui c’è anche un grazie per esservi accollati tutta la lettura del post. Sarà anche il caso di fermarsi, ma capite bene che quei mille atti non si scrivono da soli, quindi uno poi prende l’abitudine a scrivere, scrivere, scrivere..