“La sentenza evidenzia un problema enorme, che va oltre la quotazione in borsa della multiutility”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
ALIA non risulta essere una controllata del Comune di Firenze. Può negare a chi siede in Consiglio le richieste di accesso agli atti. Lo ha stabilito una sentenza del TAR dell’11 luglio 2024, trasmessaci pochi giorni fa, a seguito di un ricorso che avevamo presentato con il patrocinio dell’avvocato Niccolò Pecchioli.
Palazzo Vecchio è il socio di relativa maggioranza. Nessun altro ente pubblico ha una presenza maggiore. Però non è più maggioranza assoluta, come era prima dell’operazione multiutility. Ora abbiamo il 36,9% delle azioni, prima erano più del 50%. Per il TAR è evidente che non abbiamo «un’influenza dominante concreta, specifica, stabile e permanente, non essendo, in via ordinaria, nella condizione di orientare gli indirizzi produttivi della società».
Il dibattito sulla quotazione in borsa, sul ruolo della Regione Toscana e quello dei Comuni, è quindi del tutto sganciato dalla realtà.
Quando arriverà la HoldCo (cioè quando Valcofert diventerà la società che si occupa di servizi ambientali all’interno della multiutility?) si cambierà di pochissimo: avremo una situazione che conferisce il cosiddetto controllo esclusivo negativo (cioè potremo al massimo mettere il veto su decisioni strategiche dell’impresa?).
Valuteremo come procedere, ma è chiaro che c’è un problema di legge nazionale da modificare o chiarire. Se basta non avere un socio di maggioranza assoluta per sganciare una società pubblica dal controllo dei soci, è chiaro che esiste un enorme questione di democrazia di cui il Parlamento deve farsi carico.
ALIA è una società a capitale pubblico, ma senza controllo pubblico dei Comuni. È una società pubblica con soci pubblici, ma che sfugge all’articolo 43 del TUEL e di fatto può agire come ente privato, dove decide il Consiglio di amministrazione in autonomia. Il TAR non ha chiarito un altro tema. Laddove il Comune di Firenze fosse rimasto socio di maggioranza assoluta, avremmo comunque perso il ricorso per la tutela della privacy o per questioni legate agli strumenti finanziari che già ALIA ha? Sicuramente se la multiutility si quoterà in borsa, l’articolo 43 del TUEL non si potrà applicare. Ma già ora è così e forse sarebbe così comunque, anche dopo la costituzione della Hold.Co..
Ringraziamo chi ci ha permesso di raccogliere i 2.500 euro con cui abbiamo sostenuto le spese, compensate integralmente dal TAR. Purtroppo, non potremo versare i soldi per le famiglie delle vittime sui luoghi di lavoro, come da impegno preso in caso di vittoria. Abbiamo però fatto emergere una questione centrale, che dovrebbe interessare tutti i gruppi politici, soprattutto quelli di governo.
L’operazione multiutility va fermata. ALIA va riportata sotto il controllo pubblico.