“Al fianco della mobilitazione e dello sciopero di oggi, importante mettere in discussione il sistema che rende possibile questi livelli di sfruttamento”
Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
“Sabato eravamo a Prato, davanti alla Texprint, dove va avanti uno sciopero per chiedere di poter lavorare otto ore al giorno per cinque giorni, invece di dodici per tutta la settimana.
Oggi, per fortuna, emergono le condizioni di sfruttamento all’interno del sistema Amazon. Bene essere al fianco dello sciopero e della mobilitazione. La politica e le istituzioni devono però andare oltre la solidarietà.
Proprio un intervento al presidio di due giorni fa ci torna in mente in queste ore: se chi ha ruoli pubblici non può fare niente per cambiare lo stato di cose presenti, cosa ci sta a fare?
Da Palazzo Vecchio non possiamo limitarci ad auspicare comportamenti individuali virtuosi: meno clic, più attenzione ai negozi di prossimità, diminuire il consumismo, rallentare i ritmi di vita. Sono tutti consigli validi, ma che si possono ascoltare in qualsiasi dibattito di natura culturale, piuttosto che religiosa.
Il tema è: come è stata possibile una crescita così esponenziale del capitalismo delle piattaforme?
Figurarsi, ci viene detto che neanche si può pronunciare la parola capitalismo, sarebbe “ottocentesco”. L’economia è innominabile per chi ci governa.
Tutto è come deve essere e non potrebbe essere altrimenti. Il Comune di Firenze può fare poco, viene spesso detto. L’Italia da sola può fare poco, si sente dire. L’Unione Europea è stretta tra Stati Uniti e Cina, si legge in qualche documento.
Quindi? Ci limitiamo a dare qualche pacca sulle spalle di chi viene sfruttato e trova il modo di alzare la voce?
O finalmente discutiamo del nostro modello di sviluppo e di quanto siano inaccettabili le condizioni di sfruttamento (delle persone e del pianeta) su cui si basa il nostro benessere?”.