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La proiezione di una sola bandiera nazionale ha un senso chiarissimo ma in prospettiva può essere pericolosa.
Perché? Perché se si pensa che avendo una nonna “russofona” a Sebastopoli io possa avere qualche simpatia per Putin si commette una pericolosa associazione. Ieri mi ha colpito un messaggio. “Te che sei russo” (e chi lo ha scritto lo ha fatto in positivo e siamo in rapporti di forte amicizia). Io non sono MAI stato russo.
Sono nato a Vilnius che non è mai stata “Federazione Russa” come invece scrive la motorizzazione, perché non trova URSS. Sono nato cittadino italiano. Arrivato in Mugello quando non avevo neanche un anno. Il russo lo ho imparato con mia nonna che veniva in Mugello, non con io che andavo in Russia o in Ucraina.
Mentre mi facevo le mie idee politiche davo per scontato che l’URSS non aveva nulla a che fare con la mia idea di comunismo, o meglio era un tentativo fallito, dai cui moltissimi errori si poteva imparare. Errori legati alla stessa parola a cui mi stavo legando, anche se è sempre stato un comunismo libertario quello immaginato da pischello, prima di scoprire Gobetti e la filosofia contemporanea.
Per me è scontato che Putin non abbia nulla a che vedere con la mia idea di politica.
Così come la NATO. Quando la guerra finirà, speriamo il prima possibile, tornerà ad avere un qualche ruolo la diplomazia e la politica. Perché nessun paese può far finta che gli altri non esistano.
E avremo da gestire l’odio tra nazionalismi. Mente quando vediamo un corpo a terra diventa impossibile sapere se quel corpo in vita si sentiva russo o ucraino.
Dovremo pretendere una politica diversa, dopo anni in cui abbiamo chiuso gli occhi su ciò che avveniva anche in Europa. Fingiamo di non capire cosa sta succedendo in paesi che pure fanno parte del nostro continente, ma sono a “est”.
E ci piace pensare di essere migliori di quei popoli. Le bandiere da proiettare sono quelle della pace. A morire, in questi casi, è sempre chi non può decidere se fare o no la guerra. Un vecchio assunto. Sempre valido. Nel 2022 contano più gli eserciti della politica.
Questo la dice lunga sul tipo di società in cui viviamo e sul perché lottare per cambiarla. Non so se sono riuscito a dire tutte queste cose su NovaRadio Città Sicura. Di sicuro non ho parlato di mia nonna, ma perché davvero c’entra poco per me e mi spaventa capire quanto sia facile farsi trascinare su altri tipi di ragionamento. Aggiungo: per quanto “l’Occidente” abbia umiliato il blocco ex sovietico Putin è assolutamente ingiustificabile.
Lo esplicito, così chi non vuole più seguirmi può farlo.