“Il contributo alla discussione della Giunta scritto oggi dall’Assessore al Commercio e alle Attività Produttive ci conferma le ragioni dei numerosi emendamenti proposti a suo tempo e completamente ignorati dal centrosinistra”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Sulla stampa prosegue il dibattito sulla turistificazione e lo svuotamento della città, un problema spesso negato o ritenuto sovradimensionato dal centrosinistra, al governo di questa città, molto simile a una Giunta di centrodestra, quando si parla di economia.
Oltre ai locali esiste la popolazione locale: il tessuto urbano è attraversato da interessi diversi, pensare di poterli conciliare senza alcuna scelta di parte non è politica, è equilibrismo inefficace, destinato a non incidere nella realtà, che nel frattempo comunque si trasforma. Così accade a Firenze, la “città più bella del mondo”, che misteriosamente tutta la popolazione mondiale “ci invidia”.
La popolazione locale assomiglia sempre di più alla “popolazione indigena”, sterminata dai conquistadores e in molte parti del mondo ridotta ad attrazione turistica. Anche nel linguaggio la trasformazione è evidente: si viene in Toscana per vivere esperienze uniche, con il lampredotto che si è trasformato in una experience, invece che nel panino da mangiare in pausa pranzo, mentre si va a lavoro.
A proposito di lavoro, avevamo chiesto di ritirare la concessione gratuita di suolo pubblico a chi fosse stato scoperto irregolare nelle forme dell’assunzione: sappiamo quanto nel settore ricettivo e della somministrazione siano numerose le forme di sfruttamento. Ci è stato detto di no, come per qualsiasi altra idea avessimo avanzato.
Non stiamo a ricordarle tutte, ma almeno altri due punti li rimettiamo all’attenzione di chi ha la pazienza di leggerci.
1) Una quota di sedute senza obbligo di consumazione, per ripensare agli spazi pubblici della città come nuovi spazi di socialità, fuori dalle regole del mercato.
2) Orari rigidi e limiti precisi sulle deroghe all’impatto acustico. Il diritto al sonno e al riposo fanno parte della salute delle persone: creare una guerra tra chi vuole socialità e chi ha bisogno di riposare è una sconfitta totale della politica. Vuol dire non saper gestire il tessuto urbano.
Insomma, potevamo fare molto di più per andare incontro ai locali e alla popolazione locale.
Le posizioni del nostro gruppo sono state condivise con le diverse forze politiche che fanno parte della coalizione di sinistra che rappresentiamo e sono state il risultato di discussioni non banali con tante realtà sociali e cittadine. Fuori dalle realtà economiche e dalle categoria c’è la vita concreta delle persone, piena di contraddizioni e di difficoltà. Recuperare la dimensione della cittadinanza in quanto tale, legata al territorio, dovrebbe essere la priorità, anche nel tipo di partecipazione immaginata per la città.
La pandemia non è una sfida al nostro modello di sviluppo, è la certificazione di quanto sia insostenibile e superato dalla storia.
Ci torneremo quindi in Consiglio Comunale, per riprovare a capire se esistono terreni di sintesi o quantomeno di dialogo.
Aggiungiamo che non pensiamo sia in campo la divisione tra massimalisti e riformisti, che spesso viene richiamata durante i dibattiti in Palazzo Vecchio, quasi esistessero due sinistre. Questa distinzione secondo noi è stata archiviata, al più tardi con l’ingresso nel XXI secolo, con il tentativo di governare in modo progressista la globalizzazione. Usciamo da venti anni di terrorismo internazionale, devastazioni ambientali, crescita delle disuguaglianze e pandemia. Niente era inevitabile, soprattutto il modo in cui si è scelto di fare fronte alle continue emergenze (dire che il presente è costantemente attraversato da una situazione eccezionale sgretola la capacità di vivere il quotidiano e pensare al futuro).
Ci rendiamo conto di essere stati lunghi, ma raramente riusciamo a parlare di questi temi anche dentro le istituzioni e speriamo possa essere un contributo alla discussione.