“Lunedì domanda di attualità per chiedere conto della tracotanza con cui l’Amministrazione ha scelto di trattare il personale dipendente in appalto. Il Quarto Stato in Palazzo Vecchio assume le caratteristiche di una provocazione, lo riteniamo un insulto alla storia delle lotte di classe”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Il nostro gruppo consiliare è stato accusato di voler fare solo polemica, sui servizi bibliotecari e archivistici in appalto. Anzi, in aula abbiamo ascoltato parole che mettevano in discussione la fondatezza delle nostre posizioni.
Il Comune di Firenze, con provvedimento dirigenziale di fine aprile, distingue chiaramente servizi essenziali e altri opzionali complementari, da quantificare in base a “successive decisioni”. Non solo, si dà per certa la necessità di «procedere ad una verifica della congruità del costo della manodopera indicata nell’offerta economica». Anche perché il bilancio preventivo prevede uno stanziamento «al momento non sufficiente per attivare sia l’appalto principale che tutta l’opzione di servizi complementari»
Totale incertezza per chi lavora in appalto. Messa nera su bianco.
Poi ci sono le internalizzazioni e le nuove assunzioni. Fatte sulla pelle di chi da anni garantisce i servizi. Un’oscenità, che sta portando chi forse non avrà più un lavoro a formare chi invece entra in servizio con un tempo indeterminato nell’amministrazione pubblica. Una situazione che facilmente può essere ipotizzata come fonte di tensioni o malessere, di umiliazione.
In un Comune dove si sceglie di esporre il Quarto Stato, dove il centrosinistra che ha governato alimentando la precarietà si preoccupa di usare la storia della lotta di classe a favore di eventi pubblici e flussi turistici.
Comunque biblioteche e archivi sono un bene essenziale, questo viene ribadito. Quindi l’importante è non interrompere, a qualsiasi costo (umano). Quindi proroga fino a giugno, mentre il personale precario, riunito ieri in assemblea, oggi denuncia di non riuscire neanche ad avere un confronto serio con l’Amministrazione, proclamando un nuovo stato di agitazione.
Lunedì torneremo in aula, con una domanda di attualità. Sentiremo la Giunta dirci che non capiamo nulla? Che diciamo il falso? Che è tutto a posto e stiamo fraintendendo gli atti? Che questa Amministrazione non sta tenendo un comportamento ostile ai diritti delle classi lavoratrici meno tutelate?