“Durante il Consiglio comunale di oggi la maggioranza si è fatta i complimenti a vicenda per gli interventi previsti per piazza Santo Spirito. Il problema però non sono i comportamenti dei “ragazzi” ma le istituzioni che non si assumono le proprie responsabilità”
Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Giorgio Ridolfi, Francesco Torrigiani – SPC Quartiere 1
“Un anno di pandemia Covid-19 è ormai trascorso. In modo incredibile il sistema politico e istituzionale non ha fatto assolutamente niente per immaginare nuove forme di socialità, che tenessero conto dell’importanza del distanziamento fisico e dei bisogni delle persone. Anzi.
Il Sindaco ha oscillato da un estremo all’altro, dall’invito arrabbiato a restare a casa, fino alla richiesta di poter derogare sulle chiusure dei ristoranti, auspicando un veloce ritorno del turismo in città.
Convivere con la Covid-19 è difficile, ma non è stata affrontata nessuna discussione pubblica su come farlo. Tutto va avanti a suon di disciplinamenti imposti con divieti, ordinanze e forze dell’ordine (oltre alla videosorveglianza, ossessivamente presente nella nostra città). Risultato? Tutto si ripete, in modo sempre più esasperato.
Quando abbiamo proposto limiti agli orari e alle deroghe per l’occupazione straordinaria di suolo pubblico da parte dei locali, nessun’altra forza politica ci ha sostenuto.
Piazza Santo Spirito si ritroverà senza spazi pubblici e con l’obbligo di consumare per poterci stare? Questo risolverà il problema della convivenza con la popolazione residente? Sposterà in altri luoghi il problema?
Durante l’ora dedicata ai question time abbiamo ascoltato da parte della maggioranza un atteggiamento paternalista e moralista, frutto di un approccio proprio delle destre, destinato ad acuire il malessere sociale e incoraggiare un meccanismo destinato ad autoalimentarsi.
Nel frattempo i bagni pubblici non sono stati aumentati (anzi sono stati chiusi), la ZTL non è stata rafforzata e gli spazi a disposizione della cittadinanza fuori dalla dinamica delle consumazioni sono stati diminuiti.
Non è colpa “dei ragazzi”. I comportamenti individuali si inseriscono sempre in un contesto sociale. Che evidentemente si vuole sempre più controllato e dedicato a una dimensione di mercato, dove ogni azione è finalizzata al consumo”.