“Davvero Regione Toscana e Quartiere 3 hanno reso vano l’impegno della cittadinanza che aveva risposto positivamente all’offerta pubblica di immobili da recuperare a fini abitativi?”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Luigi Casamento – Sinistra Progetto Comune Quartiere 3
Filippo Zolesi – Sinistra Progetto Comune Quartiere 4
Una delibera di Giunta, di metà settembre 2020, ha accolto un avviso pubblico regionale per l’autocostruzione e l’autorecupero di immobili, indicando come destinazione per gli interventi il Mulino di San Moro a Signa (Comune di Campi), gli immobili di via del Podestà 161 e quello di via Assisi 20 (nel nostro Comune).
Il primo giugno di questo anno, per “assicurare il diritto alla casa”, è stato certificato che solo una parte di via del Podestà sarà messo a disposizione dei progetti già finanziati da parte della Regione Toscana.
Se nel caso di Campi Bisenzio la ragione andrebbe individuata nel parere negativo della Soprintendenza (ma quindi lì cosa ci verrà fatto?), ci colpisce leggere le motivazioni di questi “cambi di programma”.
In via Assisi infatti si starebbe valutando di realizzare un Centro per l’Impiego (su interessamento di un altro assessorato della stessa Regione Toscana), mentre in via del Podestà il piano terreno verrebbe riservato alle associazioni, su richiesta del Quartiere 3.
In sostanza si sceglie di mettere in contrapposizione il diritto all’abitare con quello al lavoro e con la possibilità di usufruire di spazi pubblici per la socialità?
In più si è chiesto alla cittadinanza di elaborare progetti e impiegare il loro tempo, al fine di collaborare con le istituzioni per il diritto alla casa, fatto salvo dirgli che poi si è cambiato idea?
In via del Podestà stiamo parlando di un’immobile sviluppato su più livelli, per 750 metri quadri (80 al piano interrato, 180 al piano terra, 280 al primo e 210 al secondo), con uno spazio al piano terra in temporanea concessione alla Città Metropolitana, che adesso viene “fatto sparire” del tutto, o meglio sottratto dalla disponibilità di recuperarci unità abitative, anche se per una ragione sulla carta positiva, che però avviene a discapito dell’edilizia sociale.
Depositeremo delle interrogazioni per capire meglio le ragioni di questo comportamento e per pretendere che si risponda fino in fondo delle decisioni prese da chi governa.
In una città dove la rendita continua a “dominare”, dove l’overtourism non viene neanche più citato come problema da chi governa, anche grazie alla nuova retorica degli “studentati”, perché ridurre gli spazi destinati al diritto all’abitazione? Perché ridurre ossessivamente volumi e superfici, costringendo alla guerra tra bisogni?
Foto: www.radiondadurto.org