“Il popolo vuol farsi una doccia? Che mangino brioche…”
“Il 22 dicembre 2019 un Consigliere del Circolo ACLI di Cestello e la Presidente dell’Associazione Fioretta Mazzei avevano mandato una lettera a Sindaco, Giunta e gruppi consiliari, oltre che al Quartiere 1 e alla stampa, per avere informazioni rispetto al futuro degli storici bagni di via Sant’Agostino 8. Un edificio costruito a inizio ‘900 dalla Cooperativa Popolare Muratori, Manovali e Sterratori, chiuso nel 2016 per motivi di sicurezza.
L’immobile, rimasto vuoto, è stato al centro dell’attenzione pubblica anche per le condizioni in cui versava. Da lì – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – era stata avanzata una manifestazione di interesse da parte della Fratellanza Militare, già presente al vicino civico 6. La richiesta giunta all’Amministrazione era precisa: pareva ci fossero accordi di qualche tipo che permettessero il mantenimento di alcune docce per senza fissa dimora e persone bisognose di tale servizio.
Non ci risulta sia arrivata nessuna risposta e attendiamo quella all’interrogazione che abbiamo depositato a fine 2019.
Nel frattempo – proseguono Bundu e Palagi – abbiamo ricostruito alcuni passaggi e vogliamo condividere quel che abbiamo capito.
In sostanza non ci saranno docce e bagni in quello che è stato a lungo il bagno pubblico in via Sant’Agostino. Non ci dovrebbero essere convenzioni stipulate sulla finalità dell’uso di tale edificio.
La Fratellanza Militare ha scritto al Comune per dirsi interessata ad ampliare i propri servizi, vista la presenza di domande tali da giustificare un rafforzamento dei servizi offerti. Il contratto di locazione stipulato è ovviamente a canone agevolato, data la natura sociale del concessionario. I lavori devono essere tutti approvati dall’Amministrazione e sono partiti da qualche settimana.
Non prevedono un servizio di docce e di bagni. D’altronde non pare che il Comune abbia mai richiesto alla Fratellanza di garantirli.
Uno spazio per organizzare feste e un’area per le colazioni sociali sono gli unici elementi che accompagneranno ambulatori e studi medici, in convenzione.
Speriamo di esserci sbagliati e di essere smentiti, altrimenti – concludono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune – dovremo prendere atto che là dove c’erano le docce per persone fragili o in condizioni di necessità si è scelto di dare loro delle colazioni sociali, delle brioche… Come se l’unico modo per garantire a un immobile pubblico di non cadere in una condizione di abbandono sia guardare al privato, convenzionato o meno che sia”.