“Il problema è l’assenza di trasparenza e di partecipazione, che permette di scaricare le responsabilità”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Il problema del rapporto tra carcere e città si conferma nel dibattito di queste ore. La figura di Garante (regionale e comunale) è di natura politica. Dentro Palazzo Vecchio abbiamo richiesto e ottenuto che si passasse dalla nomina del Sindaco (oggi sarebbe della Sindaca) al voto del Consiglio comunale. È un’occasione importante, ora bloccata da una segnalazione di Altro Diritto, che chiede in modo condivisibile di consentire la candidatura anche di chi non ha cittadinanza italiana o comunitaria.
Dalla prima seduta del Consiglio comunale di luglio 2024 sono passati molti mesi. La politica locale si è occupata di carcere. La Commissione 4 ha svolto un lavoro in sede referente con audizioni e sopralluoghi. A mancare sono i numeri, che abbiamo chiesto all’Assessore Paulesu con un ordine del giorno votato all’unanimità. I soldi spesi, i progetti, il punto su ICAM e sulle case famiglia.
Il rapporto tra politica e carcere esiste, ma non funziona, o meglio non serve a chi ne ha bisogno. Sul carcere purtroppo si costruisce un pezzo di consenso, che però ha più a che fare con i sentimenti di pietà e carità, invece che su quello delle regole e delle visioni di società.
Per il bando comunale il Presidente del Consiglio comunale e la Direzione di Palazzo Vecchio stanno procedendo con approfondimenti. Noi rispettiamo la decisione di non comunicarci chi ha mandato le candidature e diamo per scontata la disponibilità di tutti i gruppi a fare ciò che serve per non far passare ancora mesi.
Se vogliamo ricostruire il rapporto tra carcere e città, mettiamo in discussione gli equilibri e scardiniamo il clima di populismo penale in cui ritroviamo. Evitiamo di scaricare responsabilità. Il carcere è un muro di gomma, tra burocrazia e diversi livelli di competenza. Se a qualcuno fa comodo, di certo non è alla popolazione detenuta e a chi ci lavora ogni giorno.