“Due segnalazioni di Altro Diritto evidenziano gli enormi problemi di rapporti tra carcere e Città”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Oggi il Presidente del Consiglio ci ha proposto di modificare il regolamento del Consiglio comunale per l’elezione del Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale. Questo implica annullare il bando fatto uscire, far decadere le candidature arrivate e rimandare tutto. Apprezziamo l’impegno dichiarato di fare tutto in tempi rapidi. Cercheremo di capirli. Un conto è un mese, un conto due, un conto sei. Se fossero troppo lunghi per noi la soluzione è chiara: si vota con l’attuale sistema e poi appena ci sono le nuove norme, si procede a una nuova scelta. Macchinoso, ma evita vuoti troppo lunghi, con Sollicciano senza direzione.
Il problema nasce da una condivisibile segnalazione di Altro Diritto, su un criterio che era sfuggito ad ANCI e alla Città di Firenze in generale, quando l’attuale regolamento è stato votato a maggio 2024. Ricordiamo infatti che fino a pochissimo tempo fa era il Sindaco (oggi sarebbe la Sindaca) a decidere chi nominare. Abbiamo contribuito a dare più potere al Consiglio comunale, ampliando la discussione e facendone un tema pubblico. Riteniamo giusto non limitare la possibilità di candidature a chi ha cittadinanza italiana, però questo non può tradursi in una condizione di vuoto. Ringraziamo il Presidente, l’ufficio di Presidenza e gli uffici che stanno cercando di garantire soluzioni tempestive e rimaniamo a disposizione per favorirle.
Riconosciamo infatti che tutti i gruppi consiliari hanno partecipato attivamente alla Commissione sociale nel percorso in sede referente sul carcere. Però è evidente che ancora non basta.
Va cambiato radicalmente l’approccio e il paradigma, nel rapporto tra carcere è città.
Lo dimostra un’altra vicenda, anche questa nata da una segnalazione di Altro Diritto. Una persona con problemi psichiatrici si è ritrovata ad Arezzo, dopo essere uscita da Sollicciano, senza tutele. Solo l’azione volontaria dell’Associazione ha costruito risposte. Da qui è nata un’interrogazione, a cui ha risposto in queste ore l’Assessore Paulesu. Si parla di progetti di co progettazione che utilizzano fondi europei per percorsi di inclusione lavorativa, come strada che è possibile replicare. Si chiarisce che abbiamo personale dedicato al carcere all’interno del Servizio sociale professionale del nostro Ente. Si fa riferimento alle collaborazioni interistituzionali e alla collaborazione con la rete dei servizi che si attivano al momento della dimissione dal carcere. Mancano però i numeri.
Il Consiglio comunale non ha dati certi, neanche su cosa si spende, come e per chi. Non ha chiarezza dei bisogni a cui dare risposte.
Da questa distanza tra mondo del carcere e resto della Città nascono problemi che poi vengono pagati dalla popolazione detenuta, dalla Polizia Penitenziaria e da chi opera negli istituti penitenziari. Questa consiliatura può rappresentare un’opportunità: cogliamola.