“Finalmente una seduta del consiglio comunale dedicato al tema degli istituti penitenziari, con la relazione del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Il nostro gruppo consiliare (non l’unico, certo) ha chiesto da tempo di poter ascoltare la relazione annuale del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale: oggi abbiamo potuto ascoltarla, dopo averla letta con qualche giorno di anticipo.
Finalmente in Palazzo Vecchio si è potuto parlare di un tema che solitamente viene trattato in modo occasionale o sensazionalistico, lasciando alle singole parti politiche l’impegno di dare continuità nel dare attenzione a una parte della città sostanzialmente nascosta dalle vite quotidiane del resto della cittadinanza.
Vedremo in che direzione andranno le votazioni sui cinque ordini del giorno che stiamo depositando, intanto però vogliamo chiarire quello che non abbiamo trovato nella relazione (che vorremmo fosse annuale e avvenisse in consiglio regolarmente): il carcere è una discarica sociale e ospita una situazione incostituzionale, dove si punisce e si lede la dignità delle persone, anche del personale dipendente.
Troppo è affidato al mondo del volontariato, che non dovrebbe sostituire il pubblico.
Inoltre non abbiamo sentito nulla rispetto alla chiusura della sezione storica dedicata alle persone trans, come denunciato anche dal garante regionale per i diritti delle persone detenuta, a favore della detenzione di chi vive determinate condizioni psichiatriche (che avrebbe bisogno di assistenza esterna agli istituti penitenziari).
Nessun riferimento alle “rivolte” che hanno occupato spazio nella stampa locale alcuni mesi fa.
Il Garante si è detto soddisfatto di quanto fa il Comune di Firenze. Prendiamo atto e volentieri spiegheremo perché non concordiamo, ringraziandolo però per averci fornito il materiale studiato in questi giorni e per il tempo che ha dedicato al Consiglio comunale, che confidiamo possa “aumentare”.
Foto di Massimo Lensi