Multiutility: il campo largo a carico delle bollette della cittadinanza
“Il dibattito in queste ore è irresponsabile. Il Partito Democratico mostra una totale assenza di cultura di governo”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
La multiutility non va fatta. Per come si è configurato in questi decenni nel nostro Paese è un modello di gestione dei servizi essenziali che ricerca il profitto nella logica dei dividendi, non un modo per assicurare adeguati investimenti.
Tutti i giorni usiamo l’acqua e il gas, più volte la settimana gettiamo i rifiuti. I servizi ambientali ed essenziali della nostra quotidianità devono essere gestiti in modo trasparente e con un forte livello di prossimità.
Grande è bello? Si tratta di un’idea anacronistica, incapace di fare i conti con la possibilità di sfruttare la posizione del pubblico a favore di una dimensione di rete, programmazione e coordinamento.
Il Partito Democratico regionale si espone in modo agitato sulla stampa, senza considerare minimamente la dimensione istituzionale. Il Segretario regionale si ricorda che gli atti devono passare dai Consigli comunali?
La quotazione in borsa è l’unico tema in discussione?
Il 19 ottobre 2022, in aula, l’allora Sindaco Nardella così si è espresso, sulla delibera dedicata alla multiutility. «La quotazione in borsa è parte integrante del progetto», per poi rivolgersi direttamente “al consigliere Palagi”. «Costruire una multiutility che parte con uno stock di debiti con le banche è meglio? […] Ci sono anche i cittadini che risparmiano e investono. […] Non nasce una multiutility senza soldi. I modi sono tre. 1) Ci si indebita con i gruppi bancari (e la parte che demonizza la borsa, mi risulta che demonizzi anche le banche, almeno che non abbiano cambiato idea e preferiscano le banche alla borsa). 2) Chiedere ai cittadini, scaricando su di loro. Se il Consigliere Palagi preferisce siano loro a pagare la multiutility, con l’aumento delle tariffe del 300% lo dica. 3) Il ricorso alla borsa».
Con questo spirito è stato votato l’atto costitutivo nel Salone de’ Dugento. Peggio è andata a Empoli. Lì hanno anche già votato la quotazione in borsa.
C’è un piano industriale? Si può vedere? Lo abbiamo chiesto all’Assessore Bettarini anche a fine consiliatura, ma senza fortuna.
Sui servizi essenziali non si fa profitto. Gli utili non devono poi andare a pagare i servizi sociali, come ipotizzò sempre l’allora Sindaco Nardella nel 2022. Fare cassa sui bisogni essenziali, con tante persone in condizioni di povertà, è sbagliato. Quotazione in borsa o meno che sia.