Vetrofanie: si conferma un problema politico di programmazione e comunicazione
“Nella nota inviata da SAS si parla di diritto al parcheggio, ma Palazzo Vecchio dovrebbe garantire quello alla mobilità”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
L’allora Sindaco Nardella aveva promesso sosta gratuita in tutta la Città per la sola residenza del Comune di Firenze. Un errore, poi confermato da una gestione delle vetrofanie ansiogena, che continuava a prorogare lo strumento senza programmazione e chiarezza, all’ultimo momento.
Le persone si sono abituate all’idea che il pagamento di 10 euro una tantum desse diritto a poter sostare dove volevano, a tempo indefinito.
Oggi è arrivata a tante persone una mail di SAS, in cui si parla di tutelare il “diritto al parcheggio”. Suona come una beffa a chi sta provando sentimenti di disorientamento e irritazione.
Anche chi non usa quasi mai il proprio mezzo privato deve registrarsi (entro il 1° maggio), se vuole garantirsi di non vedere sanzioni nella propria ZCS di residenza . In pratica si devono fornire dati che la Pubblica Amministrazione ha già. Si aggiunge anche un passaggio che alimenta facilmente la paura: «sarà attivo anche un nuovo sistema automatizzato di controllo della sosta, grazie a tecnologie innovative in dotazione a SAS e alla Polizia Muncipale, sia nelle strisce riservate ai residenti che in quelle blu». E chi dovesse avere difficoltà per barriere digitali e scarsa familiarità con internet?
Servivano tempi diversi e anche importi più progressivi. C’era disponibilità a forme di abbonamento annuali. Invece si crea un clima pessimo sul territorio. Di cui non comprendiamo le ragioni. Anche perché in questi anni non c’è stato verso di sentirci dire quanto costava la misura delle vetrofanie, in termini di mancato incasso stimato.
Non proponiamo di tornare alle vetrofanie. Proponiamo però soluzioni graduali che coinvolgano tutta la Città Metropolitana, o almeno i Comuni dell’area limitrofa al capoluogo.
Da parte nostra stiamo cercando di aiutare a spiegare il funzionamento delle nuove regole, ma ci teniamo a esplicitare che se ci si vuole prendere cura dell’ambiente e dal diritto alla mobilità, si deve partire dalle inadempienze del pubblico (rispetto alla possibilità di muoversi in sicurezza con la bicicletta e ai servizi pubblici fortemente carenti, per usare un eufemismo).
Ci dispiace che la Giunta non abbia voluto costruire soluzioni coinvolgendo consigli di quartiere e consiglio comunale. Oggi ne paga le conseguenze chiunque desideri un territorio meno inquinato e sia favorevole al superamento dell’uso delle auto private.