Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, SPC, con Giorgio Ridolfi e Francesco Torrigiani, SPC Quartiere 1
Abbiamo ricevuto dall’assessore all’Ambiente e alla Transizione Ecologica una risposta a una interrogazione, che tra le altre cose chiedeva chiarezza riguardo l’ipotesi di tombare il canale Macinante all’altezza del Fosso Bandito (Piazza Gui). È un’ipotesi formulata in una mozione del Quartiere 1 promossa da Firenze + Verde, legata al fatto che nel canale si sviluppano zanzare e cattivi odori. È forse un problema vero, ma non si risolve col cemento, questa fu la nostra ferma opposizione.
La risposta dell’Assessore preoccupa. Viene spiegato che ogni ipotesi di tombare il Canale Macinante deve essere sottoposta ad attenti studi idraulici, e meno male…e che comunque la Sovrintendenza si è già espressa negativamente più volte su tale possibilità.
Avremmo auspicato una risposta diversa e più politicamente responsabile. Che escludesse tale ipotesi per motivi di sicurezza idraulica, piuttosto che rimandare a motivi paesaggistici, sia pur importanti. E che tenesse conto della crisi climatica e del fatto che tombare un corso d’acqua urbano oggi non può avere alcun senso.
Pochi giorni fa, sono caduti 40 mm di pioggia in città, circa il 5% di pioggia che cade a Firenze in un anno, in 40 minuti. La crisi climatica è conclamata. Non a caso su La Nazione il giorno dopo il coordinatore della commissione idraulica dell’ordine degli ingegneri di Firenze lancia l’allarme: per ridurre i rischi si dovrebbero “stombare” i corsi d’acqua fiorentini.
La vera preoccupazione, al di là della ipotesi formulata nell’atto del Q1, è il progetto della strada Pistoiese Rosselli e dell’annessa realizzazione della cittadella di lusso nell’area ex-OGR, che tra le altre cose prevede già la copertura in cemento del canale in altri due punti, un po’ più a valle.
Fiduciosi attendiamo gli approfonditi studi idraulici di cui parla l’Assessore nella risposta, anche perché tale progetto viario al momento risulta avere una fattibilità idraulica “condizionata” e “limitata”, concludono Bundu e Palagi con Ridolfi e Torrigiani.