“La questione per noi è sempre stata politica: l’ennesimo spazio esclusivo ed escludente per il lusso, specialmente in tempi di crisi pandemica, offende la città”
Francesco Torrigiani, Giorgio Ridolfi – Sinistra Progetto Comune Quartiere 1
Antonella Bundu, Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Lunedì sarà interessante ascoltare il Partito Democratico difendere l’operazione di Costa San Giorgio. In questi giorni non stanno uscendo solo le dichiarazioni dell’abate di San Miniato e del già Sindaco Domenici, insieme alla sua Giunta di allora. Vengono pubblicati anche gli studi sull’aumento della disuguaglianza, anche in Italia. Eppure la Giunta continua a vantarsi della flat tax alla fiorentina per l’addizionale Irpef, e non pensa neanche lontanamente a una tassazione più equa e progressiva. Poi per forza i soldi non ci sono, e ci si affida al privato. Quindi se la maggioranza, che si dice “progressista”, non percepisce lo scandalo di vedere un pezzo di città diventare esclusivo ed escludente, a favore di una minoranza assoluta della popolazione mondiale, sempre più ricca, non sappiamo davvero cosa farci. A forza di governare con le destre, si diventa di destra.
In questo senso arriviamo al prossimo consiglio comunale forti di quello tenutosi aperto alla cittadinanza un paio di giorni fa, con il Quartiere 1 che ha potuto ascoltare un lungo elenco di interventi tutti contrari alla variante che ci sta proponendo la maggioranza.
Si sono levate voci autorevoli e voci di cittadini e cittadine comuni, e tutte critiche verso la visione e l’idea di città che ha la Giunta, e sul ruolo che il privato possa avere nelle trasformazioni urbanistiche della città.
L’Assessora all’urbanistica ha avuto ampi spazi e tempi per illustrare il progetto e per rispondere puntualmente agli interventi.
Risposte che riportano al solito tormentone: il resort è stato venduto nel 2002, è colpa delle giunte precedenti (ma l’attuale Sindaco era in Palazzo Vecchio anche allora), del Demanio, della Sovrintendenza, era l’Ateneo che doveva acquistarlo, è l’Europa che ce lo ha chiesto…e la solita retorica che “stiamo eliminando i buchi neri che ci sono in città”. Ma chi li ha creati quei buchi neri, le giunte precedenti? E perché a problemi pubblici si ritiene accettabile che si trovino risposte private?
Le argomentazioni della Giunta non convincono: possibile che tra una caserma militare preclusa, un buco nero e un resort di lusso esclusivo non ci siano alternative? E questo che rafforza nelle persone un fatalismo che rischia di portare all’antipolitica.
Comunque, questa variante può ancora essere bloccato in Consiglio Comunale, e si tenga conto della tantissime persone che sono venute al Consiglio aperto a dire “no” al resort, e a questa gestione della città: siamo contenti di aver dato il nostro contributo per ottenere questo consiglio, raccogliendo le firme insieme a chi ha scelto di sostenere questa iniziativa, e di aver dato loro l’occasione di esprimersi e di ascoltare.
Forse si poteva dare più tempo agli interventi della cittadinanza, che sono stati compressi e limitati dal fastidioso campanellino del Presidente del Quartiere 1, molto preciso e puntuale, e meno spazio all’assessora, che le sue occasioni di parlare le ha e le avrà anche in futuro.
Emblematica dell’attenzione che si ha verso la partecipazione e verso la cittadinanza l’assenza dell’impianto di amplificazione, e dei cavi necessari alla proiezione delle slide dell’assessora. Grottesca la rassicurazione del presidente: tanto qui c’è una buona acustica! Ovviamente non basta, la sala era gremita fino al limite della capienza, e non tutte le persone hanno sentito gli interventi.
Ringraziamo il personale amministrativo del quartiere, che ci ha permesso, preparando e facendo firmare le liberatorie, di fare le riprese: molti interventi che stiamo pubblicando sono stati registrati. Sappiamo quanto sia difficile lavorare in Comune e nei Quartieri, con inadeguati livelli occupazionali. Per questo il nostro ringraziamento è particolarmente sentito.
E facciamo presente al presidente Sguanci che se serve un impianto di amplificazione, basta saperlo, anche con breve preavviso, per la prossima occasione: saremo felici di mettere il nostro a disposizione, così come tante realtà autogestiste e mutualistiche del territorio. La partecipazione può aiutare anche le istituzioni, basta volerla.
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