Sotto l’estratto dell’intervento durante il Consiglio comunale.
“Quando si chiama all’unità nazionale in nome di una guerra è difficile astenersi.
Con senso della misura crediamo però che sia stato ancora più difficile per il movimento della classe lavoratrice opporsi ai due conflitti mondiali, lottando per la pace e il pane quando scioperare per la dignità era considerato un ‘attentato’ alla “patria”.
Il nostro atteggiamento nei confronti della Giunta e della maggioranza non è cambiato: siamo consapevoli di quanto sia inedito e grave il contesto in cui ci troviamo. Vogliamo essere costruttivi – aggiungono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonela Bundu – e contribuire a uscire il prima possibile da questa fase di emergenza. Che però si prospetta lunga. Quindi gli organismi della democrazia e della Repubblica, compresi i Consigli comunali, hanno il dovere di dimostrarsi all’altezza della situazione.
L’interlocuzione straordinaria tra Giunta, presidenze dei quartieri e conferenza capigruppo può rappresentare la giusta risposta alla fase. Deve però essere aggiuntivo, non sostitutivo, delle commissioni e dei consigli.
Tutto deve tornare come prima? No, dobbiamo uscire migliori di come eravamo prima di entrare in emergenza da Covid-19.
Ci spiace che per la Lega sia filosofia politica l’appellarsi alla storia e alle esperienze drammatiche del passato, come invece ha scelto di dirci durante il Consiglio odierno.
Abbiamo però contatti quotidiani con quella classe che stava male anche prima di questi mesi, negli anni passati, per quei pareggi di bilancio voluti da centrodestra e centrosinistra, che oggi si vedono in difficoltà ancora maggiori di quelle che comunque avrebbero incontrato.
Non ci opponiamo alle proposte di interlocuzione della maggioranza. Vogliamo però garantire di essere impegnati nella massima tutela di quelle che sono le funzioni di indirizzo e controllo proprie di chi viene eletto in Consiglio comunale, specialmente quando si acquista la consapevolezza di dover agire sul medio periodo.
Non cediamo alla retorica della guerra e dell’unità nazionale solo perché pensiamo che sarebbe venire meno alla politica. Ciò non vuol dire abbracciare l’irresponsabilità. Speriamo – concludono Palagi e Bundu – venga compreso. Siamo certi di volerlo dimostrare”.
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