“La chiamano semplificazione per gli strumenti comunali, ma è un modo per esporre il territorio a pericoli enormi, mettendo in contrapposizione sviluppo economico, ambiente e sicurezza”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
La retorica dei lacci che impediscono al territorio di svilupparsi non è una novità: la sua variante legata ai fondi europei non ci stupisce, anche se prende la forma di una proposta di legge regionale presentata dal Partito Democratico all’ombra degli alberi di Natale, nel Consiglio Regionale della Toscana.
Si tratta di fornire ai consigli comunali la possibilità di riconoscere carattere di pubblica utilità, di urgenza ed indifferibilità dei lavori per i progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
In Palazzo Vecchio la Giunta ha fatto sapere di considerare il Salone dei Duecento un luogo di mera ratifica delle sue decisioni (parlando del regolamento straordinario di suolo pubblico di prossima discussione): quindi in sostanza chi governa Firenze si ritroverebbe a poter proporre di fare a meno di VAS e VIA per le cose ritenute “urgenti”.
In sostanza, nel migliore dei casi, si teme che le leggi in vigore possano “ostacolare” l’uso delle risorse per il “rilancio dell’economia” e invece di impegnarsi a trovare soluzioni organizzative coerenti con l’ordinamento, si propone di fare a meno delle regole, come se queste non servissero a nulla. La tutela del territorio e ambientale val meno di un modello di crescita che non si può mettere in discussione.
Nella peggiore delle ipotesi ci viene da pensare quanto le valutazioni abbiano pesato sulla bocciatura di un nuovo aeroporto a Peretola. Fare a meno di VAS e VIA per interventi urbanistici che ordinariamente le richiederebbero è un ottimo modo per ignorare la volontà di molti comitati di cittadinanza attiva.
Queste le dichiarazioni di Lorenzo Palandri – Partito della Rifondazione Comunista Firenze- Partito della Rifondazione Comunista Firenze
A livello regionale abbiamo fatto circolare la notizia di questa pericolosa proposta del Partito Democratico, chiedendo a tutti i gruppi consiliari che abbiamo contribuito ad eleggere negli enti locali di prendere pubblicamente posizione a difesa dei nostri comuni. Ci pare si profili un vero e proprio tentativo di “golpe”, per cui è necessario chiedere il ritiro della legge, immaginando che larga parte della destra sia pronta ad applaudire un’idea che ci saremmo aspettati da Forza Italia o da Italia Viva. Si dovrebbe piuttosto aprire, con urgenza, un dibattito sulle priorità del PNRR, facendo valere l’interesse generale delle collettività, contro la logica delle grandi opere che favoriscono il profitto di pochissime grandi realtà economiche.
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