Il degrado e il decoro sono categorie di destra.
Non i fenomeni che si usano indicare con quelle parole, ma la lettura che ne viene data.
Il modo in cui si indicano quei fenomeni, attraverso le due parole (decoro e degrado), rendono impossibili delle soluzioni diverse da repressione e paura.
Il fatto che esista un reparto antidegrado e che la Municipale venga usata per operazioni di ordine pubblico e sicurezza è un problema. Enorme. Di cui chi governa Firenze dovrebbe assumersi fino in fondo la responsabilità, invece di chiudersi in difese di ufficio imbarazzate, che copiano male le posizioni delle destre (forti coi deboli, deboli coi forti).
Nei primi mesi di emergenza pandemica, alla Municipale si è chiesto di “vigilare” sulle mascherine all’aperto. Ne sono seguiti diversi episodi di tensione e di violenza, poi sono arrivate pure alcune minacce di morte al personale dipendente.
A distanza di un paio di anni alle lavoratrici e ai lavoratori il Comune nemmeno vuole pagare le indennità legate a quel tipo di servizio. Aspetta l’esito dei tribunali, per vedere se legalmente è giusto disconoscere economicamente il lavoro richiesto.
In una città in cui dopo un omicidio (quello di Idy Diene) il Sindaco si è scandalizzato per qualche fioriera rotta, in cui viva è ancora la memoria di Riccardo Magherini, in cui si ignorano sistematicamente le problematiche legate alla retorica della legalità, la politica e le istituzioni dovrebbero chiedere scusa, assumendosi l’impegno a cambiare le cose.
Chiedendo scusa anche per la targa ancora mancante su Ponte Vespucci, dopo due voti all’unanimità del Consiglio Comunale, per ricordare Idy Diene e il suo omicidio.
Poi occorre sciogliere il reparto antidegrado e dare le giuste funzioni alla Municipale, che non sono di ordine pubblico e sicurezza. Urgente è anche cancellare i regolamenti repressivi dei “mini-daspo” (che invece ci chiederanno di allargare tra fine aprile e inizio maggio), investire adeguatamente sui servizi sociali, internalizzare quanto è stato affidato agli appalti e al volontariato, smantellare le situazioni che causano tensione sul territorio attraverso pratiche di socialità dal basso e confronti pubblici, per poi magari contrastare i fenomeni di cui parlano tutti i report sulla criminalità organizzata (che fa parte dell’economia legale da molti anni).
Vedo che sui social è partita l’ondata di offese, ad Antonella Bundu, su alcune pagine social. Mediamente sono persone che ritengono normali le immagini dell’arresto. Ma in quelle immagini di normale non c’è nulla. Non per il punto di arrivo, ma per il punto di partenza. E il punto di partenza è politico.
Domani alle 17.00, presidio in piazza della Signoria, lato via de’ Gondi.
(L’immagine è rubata da La Città del Decoro di Zerocalcare, pubblicata su Repubblica a maggio 2015)