“Dispiace per i toni ascoltati ieri. Nella dialettica di Consiglio era lecito, ma rimaniamo convinti della necessità di non restare in silenzio”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Il capogruppo del Partito Democratico ieri ha rivendicato la vittoria della coppia “Nardella-Del Re” su quella “Bundu-Palagi”. Prendiamo atto che ogni consiglio comunale è per lui una partita contro la sinistra. Nonostante la ferma opposizione del mandato con cui siamo entrati in Palazzo Vecchio, abbiamo sempre pensato di esercitare una dialettica nel merito delle questioni, trovando nella trasformazione di Costa San Giorgio una linea di governo assolutamente sbagliata (non l’unica).
A noi non convince una visione della città che vede “spazi vuoti” da riempire, richiamando il turismo in ogni sua forma da tutto il mondo, anche a prescindere dalla pandemia, invece che guardare al territorio nel suo complesso, cercando di investire su chi vive quotidianamente il territorio per un diverso modello di sviluppo.
Continueremo a seguire il futuro dell’ex Caserma, così come del resto della città, a partire dalle cosiddette periferie, dove vivono tante persone che neanche provano grande interesse di quello che votiamo nelle istituzioni (perché ci ritengono tutte e tutti uguali).
Gli anatemi contro “i signori del no” e gli interventi che si concentrano su quello che potremmo o non potremmo dire ci confermano un clima di nervosismo che fa male al nostro Comune.
C’è ancora molto da contrattare con i privati, ci sono ampi margini su cosa possiamo pretendere. Se la Giunta e la maggioranza non cambieranno posizione almeno confidiamo di poterle costringere a fare il meglio possibile su un progetto sbagliato. Se non vorranno più parlare non ci costringeranno al silenzio.
A differenza di quello che forse qualche persona ha pensato non abbiamo sequestrato il Consiglio per ore, con i nostri emendamenti. Ci pare sia piuttosto la Giunta che ha sequestrato il Consiglio con le delibere, su cui cerchiamo di entrare sempre nel merito. Perché all’ordine dei lavori ci sono quasi 400 atti delle consigliere e dei consiglieri che attendono di essere discussi. In attesa che possa avvenire, non mancheremo di continuare a dire la nostra sulle scelte di governo che siamo chiamati a votare.