“Question time con risposte non soddisfacenti. Rinnoviamo il nostro sostegno alla mobilitazione contraria alla costruzione di una nuova chiesa al posto di una necessaria area verde”
Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Filippo Zolesi – Sinistra Progetto Comune, Quartiere 4
“Il “Campone” a Ponte a Greve, l’ormai unica zona verde fruibile dalla cittadinanza del Quartiere 4, verrà in parte occupato da una chiesa dopo un accordo tra Comune e Arcidiocesi?
Dopo i numerosi tavoli tra comitati, Comune, Quartiere 4 e Curia – in cui si chiedeva di spostare la sede del nuovo edificio per non andare a intaccare quel poco di verde che è rimasto – il giardino rionale, che sarebbe nato come compensazione per la costruzione del centro commerciale della Coop, è in pericolo.
La compensazione rischia di essere frazionata con evidenti ricadute sulla qualità della vita di cittadine e cittadini.
Si aggiunge poi un problema più tecnico in quanto da Regolamento per la chiesa erano previsti 4.900 mq mentre la particella riportata dalla stampa consiste in 15.000 mq.
Va poi ricordato il comportamento che ha tenuto l’Amministrazione, con le richieste dei cittadini e delle cittadine che non sono state ascoltate e la mancata apertura del dialogo che lo stesso Quartiere aveva consigliato.
In ogni caso, ai nostri interrogativi l’assessore non ha dato una risposta precisa.
Non possiamo che criticare la decisione di diminuire le zone verdi, soprattutto in un Quartiere come questo dove la mancanza di parchi e giardini è particolarmente sentita. Continueremo a chiedere spiegazioni per quanto riguarda la questione della cellula e del frazionamento ma nel frattempo ci aspettiamo un comportamento diverso dal Comune.
È necessario un approccio più partecipativo con la cittadinanza, per evitare l’ennesima decisione calata dall’alto, ma anche con i gruppi consiliari, che ormai sono informati solo dalla stampa.
Vorremmo che il Consiglio comunale potesse effettivamente dibattere della decisione. Temiamo che i gruppi di maggioranza si limiteranno ad “alzare la mano” per sostenere una decisione già presa, ma non per questo demorderemo”.