“L’allarme di Cgil, Sunia e UDU conferma quanto si ripete da anni. Neppure la pandemia ha convinto Regione e Comune di Firenze a una strada nuova, a tutela del futuro delle nuove generazioni”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Quanto si è parlato di casa e diritto allo studio nell’ultima campagna elettorale? Poco, perché alla fine chi sta dentro il sistema politico conta di poter sopravvivere su vuota retorica e polemiche sensazionalistiche di breve respiro, spesso prendendosela con chi non ha possibilità di difendersi.
Lo diciamo perché i dati di CGIL, Sunia e UDU sui disagi di chi vorrebbe vivere e studiare nell’ateneo fiorentino confermano un quadro noto.
Nelle case degli studenti pubbliche ci finisce una minoranza di chi è più in povertà, analogamente a quello che avviene nelle case popolari. Il resto deve arrangiarsi: se non riesce a rimanere a galla, viene espulso, di fatto, da Firenze.
Scegliere di andare in comune limitrofo sarà sempre più difficile (e già ora è ai limiti dell’impraticabilità). Aumentano i prezzi delle locazioni anche in tutta l’area metropolitana e i nuovi hub stanno rendendo più scomodo spostarsi con il trasporto pubblico locale, per non parlare dei ritardi dei mezzi su gomma e su ferro. Un quadro allarmante anche nell’ottica dell’annunciata attivazione dello Scudo Verde, che abbiamo chiesto sia vincolato a un confronto serrato con gli enti locali vicini al nostro.
Questa mattina in Commissione 3 ci sono state date alcune risposte. Con il nuovo piano operativo diventerà più facile per i privati insistere in questa direzione (costruzione studentati privati), prevedendo però una percentuale di posti da destinare all’ARDSU e diminuendo il periodo in cui è possibile fare attività puramente ricettiva. Ci sembrano però scelte insufficienti e del tutto scontate rispetto alla portata del problema.
La tendenza è chiara, a parte le frasi fatte che si dicono nelle cerimonie, o durante le conferenze stampa.
A Firenze può studiare chi ha la fortuna di avere una forte rete familiare sul territorio, chi ha le risorse economiche per permetterselo, o chi riesce a fare improbi sacrifici e si accontenta di soluzioni abitative non sempre dignitose.
Se non sarà possibile portare il tema questo lunedì in aula lo faremo quello successivo. Perché gli studentati privati che arrivano e arriveranno, rivendicati da questa Amministrazione, fanno parte di una logica di trasformazione urbana che vuole renderci una vetrina del lusso e di chi ha i soldi da spendere. Non vogliamo diventare una periferia del mondo benestante, un luogo esotico da consumare.