“C’è un problema enorme di comunicazione politica con la maggioranza: noi chiediamo di procedere su strutture alternative al carcere e loro negano impegni già presi”
Antonella Bundu, Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Chissà a cosa possono servire ICAM e case famiglia, se non a portare fuori madri e minori dagli istituti penitenziari. Perché per una parte della maggioranza, dopo quattro anni, dopo approfondimenti e discussioni, è davvero dicibile che Sinistra Progetto Comune vuole chiudere il nido di Sollicciano per portare più persone nelle celle. Prendiamo atto.
Così come prendiamo atto del passo indietro registrato su un percorso votato tantissime volte e che c’è chi pensa che agire all’interno del Consiglio comunale sia perdere tempo. A volte il dubbio viene anche a noi, se chi governa pensa che ci sono argomenti su cui non è possibile esprimersi, perché non bisogna disturbare chi se ne occupa.
Per noi rimane necessario investire sul rapporto tra carcere e città, fare dei luoghi di reclusione un tema conosciuto e dibattuto, perché i ponti non si creano in astratto, o con le singole iniziative.
Ecco cosa chiedevamo con l’ordine del giorno su cui la Commissione 4 alla fine si è espressa in maniera contraria:
«- Ad attivarsi al fine di siglare un protocollo con la Regione Toscana, affinché sia dismesso il nido all’interno del complesso del carcere di Sollicciano, ospitando le madri detenute con figli all’interno di case famiglie protette adeguate allo scopo, da accompagnare alla realizzazione dell’ICAM;
- A riferire in Consiglio comunale, ogni 6 mesi, sull’avanzamento e sulla conclusione della realizzazione dell’ICAM, per dare concretamente seguito a quanto stabilito nel succitato protocollo tra Comune e Regione».
Niente di nuovo, rispetto a atti di indirizzo già espressi, ma il nido di Sollicciano sembra essere diventato un tabù, o meglio qualcosa da non superare.
Speriamo che nel Salone de’ Dugento si registri un cambio di posizioni.