“Un progetto, approvato dal Consiglio della Città Metropolitana, che affida l’area, un intero isolato, alla francese Artea per i prossimi 50 anni, dietro un pagamento annuale di 125 mila euro di canone. La società ha presentato un progetto per più di 31 milioni di euro”
Questo il commento dei consiglieri di Sinistra Progetto Comune a Palazzo Vecchio, Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, con i consiglieri di Sinistra Progetto Comune al Quartiere 1, Francesco Torrigiani e Giorgio Ridolfi
“La proposta contempla tra le funzioni prevalenti la formazione e lo sviluppo culturale (scuole, centro di formazione e avviamento alla professione, ludoteca, museo, ateliers d’artist, area tempo libero ed area eventi) e funzioni complementari (negozi, bar/ristorante e foresteria).
Noi in questa notizia vediamo alcuni aspetti preoccupanti, che ci impegnano a seguire, in Comune e al Quartiere 1 per quanto di loro competenza, questa prossima trasformazione.
La concessione è stata data dalla Città Metropolitana (proprietaria dal 2007 del bene) per 50 anni, la durata massima permessa, ed esiste l’opzione per altri 50 anni. La proprietà rimane pubblica, ma è quasi una vendita.
E auspichiamo che le indicazioni scaturite dal percorso, finanziato dalla Regione Toscana e noto come Laboratorio San Lorenzo, per definire l’uso di S. Orsola, siano seguite. E in questo senso già emergono alcune preoccupazioni, proprio da chi quel percorso l’ha organizzato, e che sottolinea che non tutte le proposte emerse dalla partecipazione e dai contributi tecnici, sembrano essere previste nel progetto.
Si auspica in particolare che l’area al pian terreno rimanga di uso pubblica, permeabile e aperta ad iniziative culturali e di aggregazione delle realtà associative del rione, in cui il verde, non solo quello verticale, sia importante.
Il complesso ospiterà anche una struttura ricettiva, che per tre mesi potrà essere usata per il turismo, quindi in realtà secondo le logiche di sempre, altro che far tornare la residenza in centro.
Per quanto riguarda la scuola di alta formazione, che occuperà un terzo dell’area, auspichiamo che, oltre all’Alta Hoteleria, l’offerta formativa sia coerente e in linea con le esigenze di valorizzazione del territorio e di sostenibilità: e più in generale con le analisi e le riflessioni che la Covid-19 ci ha imposto, rispetto al modello di sviluppo di Firenze e alla sua fragilità e scarsa resilienza.
Speriamo dunque che S. Orsola rappresenti un modello vero di partecipazione, che possa realmente essere restituita alla cittadinanza, e che accanto ai locali di somministrazione, offra servizi e spazi di aggregazione e socialità utili ai residenti.
S. Orsola è un’occasione per chi governa il nostro territorio, per dimostrare che le parole spesso ripetute sulla necessità di rivedere il modello di sviluppo di Firenze alla luce della pandemia, non siano vuota retorica. Altrimenti sarà l’ennesima questione pubblica non affrontata e lasciata al profitto di qualche realtà privata”.