“Il carcere dimenticato dal dibattito pubblico. L’emergenza Covid-19 si aggiunge e aggrava quelle che già c’erano. Chiediamo stabilità nella direzione e di riconoscere i rischi che si corrono nell’istituto”
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La delegazione che si è recata presso il carcere di Sollicciano venerdì mattina ha tenuto oggi una conferenza stampa, per riportare quanto visto in quell’occasione, ringraziando la direzione dell’istituto per aver permesso la visita, la polizia penitenziaria per averla accompagnata e il Garante regionale per essersi unito all’iniziativa.
“Ad agosto dello scorso anno il Sindaco di Firenze ha proposto di costruire un carcere più grande, abbattendo Sollicciano. Ipotesi che avevamo considerato sbagliata dall’inizio. In Consiglio comunale era stata approvata la nostra richiesta di una seduta dedicata alla detenzione e al sistema penale. Purtroppo poco è avvenuto in questi mesi, nonostante l’impegno del Presidente del Consiglio e di alcuni consiglieri della maggioranza. Quello che devono fare la politica e le istituzioni è diminuire la popolazione carceraria e mettere in discussione un sistema che reprime o rimuove tutto ciò che è povertà, rendendo gli istituti penali delle ‘discariche’”, ha dichiarato il Consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune, Dmitrij Palagi.
“Nell’istituto fiorentino, le misure di contenimento al contagio sembrano, al momento, adeguate. Tre sezioni sono state organizzate in reparti di isolamento preventivo, con celle singole, per i nuovi giunti. I posti letto sono 41 al maschile e 3 al femminile. Inoltre, è stato creato un reparto Covid con 4 posti letto, all’interno del quale è attualmente ricoverato un positivo. Lancio un pressante appello alla Regione Toscana affinché inserisca nella categorie a rischio per il vaccino anti influenzale i 3.247 ristretti nei 16 istituti penitenziari regionali”, ha aggiunto il Presidente dell’Associazione Progetto Firenze, Massimo Lensi.
“La struttura di Sollicciano non aiuta qualsiasi tipo di procedura si voglia immaginare. Chiediamo un intervento al Ministero. Negli anni le cose sono peggiorate, offendendo le persone che sono all’interno. Viene negato il diritto di effettuare percorsi diversi da quelli attuali, che guardino anche all’elemento educativo. Manca una prevenzione che dovrebbe partire in città, affrontando le sacche di povertà e il degrado a cui assistiamo sul territorio fuori dal carcere”, conclude Vincenzo Russo, cappellano del carcere di Sollicciano.