Queste le dichiarazioni di Francesco Torrigiani e Giorgio Ridolfi – consiglieri Sinistra Progetto Comune al Quartiere 1 con Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – consiglieri comunali Sinistra Progetto Comune
“L’area Ex OGR è la lunga striscia di terreno che dal teatro dell’Opera fino alla ex Manifattura Tabacchi separa le Cascine da San Jacopino. Area di proprietà di FS Sistemi Urbani, che sta tentando da anni di venderla al miglior offerente. È in scadenza il terzo bando, dopo che le prime due offerte sono andate deserte. La base d’asta è 11.700.000 €, una cifra molto bassa per una SUL di 54.000 mc.E va considerata anche quella che il Sindaco Nardella ha definito in una conferenza stampa “la svolta”: grazie a una delibera di giunta si è scelto di utilizzare i 14 milioni dovuti dall’acquirente per realizzare una parte non marginale delle dovute opere di urbanizzazione, che sono obbligatorie per legge. Un vantaggio tutto sulle spalle della cittadinanza e delle casse comunali. In un mondo non a servizio del profitto Sindaco e Giunta avrebbero la possibilità di passare positivamente alla storia: acquistare l’area facendo valere il diritto di prelazione previsto sulle aree ferroviarie, restituirla ad un uso pubblico, avvicinando le Cascine alla zona di San Jacopino e restituendole alla loro vocazione di parco urbano, sollevandola dai vari eventi che sempre più spesso e impropriamente vi vengono realizzati. Si aprirebbe in questo modo un percorso di progettazione partecipata, coinvolgendo comitati ed associazioni che da tempo si impegnano per spazi aperti e pubblici, in un’area sempre più soffocata da traffico e cantieri.
In commissione urbanistica però ci viene detto ancora una volta che i soldi per questo acquisto non ci sarebbero. Ci sembra una risposta imbarazzante: se c’è una volontà politica, i soldi si trovano, anzi è proprio della politica spostare risorse a seconda delle priorità. Evidentemente però la volontà politica è quella di vendere il prima possibile quest’area, e ad un prezzo irrisorio. Vediamo ad esempio che un’analoga area a Milano, in prossimità di Porta Romana, è stata venduta per un prezzo unitario 7 volte più alto, e con l’obbligo per l’acquirente di realizzare un parco su metà dei 190.000 mc dell’area…
Invece a Firenze si è scelto di costruire 54.000 metri cubi di cemento, per creare quella che l’assessora Del Re ha definito “una cittadella post Covid”.
Oltre a ciò il Comune si impegna a realizzare un centro culturale, utilizzando il materiale dei depositi degli Uffizi e collocandolo nell’edificio vincolato delle “officine carrelli”, in questo modo, a detta di Nardella, “la cultura innalzerà il valore immobiliare dell’area”. Con questo intervento a totale carico pubblico aumenta la rendita fondiaria e si libera definitivamente l’investitore dal carico di un edificio vincolato di difficile riuso in termini speculativi. Inoltre, rendendolo opera di urbanizzazione secondaria, si rende possibile il recupero della superficie utile lorda relativa che il promotore potrà impiegare per nuove costruzioni, cioè per un ulteriore consumo di suolo.
L’ennesima proroga del bando per la vendita dell’area scade domani, mentre il Sindaco afferma che “nonostante il Covid, siamo ormai cercati dai più grandi fondi d’investimento del mondo, Europa, USA, Cina; le statistiche dicono che con Milano siamo i più attraenti per investimenti pubblici e privati”, si capisce dunque quale sia la reale e gattopardesca strategia del famoso ‘bazooka’ urbanistico che ridisegnerà la città post pandemia. Siamo disposti a scommettere un caffè (da consumare a 50 metri dal bar in cui verrà preso da asporto) col Sindaco su chi sarà l’acquirente: un gruppo USA legato a Aermont, di fatto il proprietario della ex Manifattura Tabacchi.
Infine ci teniamo a ringraziare esplicitamente tutta la cittadinanza e i comitati, che hanno a cuore la vivibilità di Firenze e sono attivi sul tema. Si ringrazia tra gli altri Roberto Budini Gattai, che con una lettera a La Repubblica di Firenze ha lanciato un appello a tutta la Città (disponibile qui).