“Lunedì chiederemo conto alla Giunta di un provvedimento dirigenziale in cui si smentisce quanto affermato negli anni, in risposta a Firenze Riparte a Sinistra prima e a Sinistra Progetto Comune dopo”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Tommaso Grassi – Firenze Città Aperta
Giorgio Ridolfi, Francesco Torrigiani – Sinistra Progetto Comune Quartiere 1
Tutto quello che è stato fatto dalla Giunta non è servito a niente, stando al provvedimento dirigenziale del 14 febbraio 2022 con cui si autorizza l’esecuzione della sentenza di sfratto per la farmacia Pitti da Piazza San Felice 4/r.
Il decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali degli anni ’90 parla chiaro: si tratta di un luogo di interesse importante, da vincolare anche nella sua destinazione. L’atteggiamento della proprietaria dell’immobile, la Società Palazzo San Felice S.r.l., che ha acquistato l’intero immobile a fine 2017, manca di rispetto al Comune, ma sembra che non ci sia intenzione di reagire, da parte del governo della città.
Ha ragione questa società a dire che Palazzo Vecchio ha mandato una raccomandata con indicazioni scorrette all’indirizzo del destinatario, per comunicare un’illegittima decisione di tutelare la farmacia? Ha ragione l’AUSL Toscana Centro a dire che questo sfratto non comporta disagio, contrariamente a quanto ha sempre affermato anche l’Amministrazione? Le persone anziane della zona e chi si serve in una realtà che affonda le radici nei secoli della storia di Firenze non avranno un disservizio evidente?
Si erano fatte molte promesse, grazie a raccolte firme, mobilitazioni, trasversalità delle prese di posizione delle forze politiche: il tutto si sgretola, con un provvedimento che si cerca di far passare sotto silenzio.
Che senso ha dire che lì dovrà rimanere una farmacia, se poi si procede a imporre uno spostamento dell’attività del dottor Piero Pacenti?
Lunedì presenteremo una domanda di attualità per chiedere alla Giunta di assumersi le sue responsabilità e capire se abbia intenzione di fare marcia indietro, per bloccare lo sfratto.
A essere in discussione è la credibilità stessa delle istituzioni. O si è detto il falso per anni, illudendo la città, o si è scelto di arrendersi unilateralmente. In ogni caso una sconfitta pesante, a cui occorre rimediare con urgenza.
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