“Dire che si stava facendo un regalo a una realtà privata che non avrebbe dato molto alla città era considerato uno scandalo: oggi i numeri confermano le perplessità espresse dalla sinistra cittadina. Ma il piano economico ritenuto valido a suo tempo era una farsa?”
La lettera pubblicata sul Corriere Fiorentino cliccando qui.
Tommaso Grassi – Firenze Città Aperta
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
“Prendere tutto dal Comune e dare poco o nulla alla città”: questa la dichiarazione che aveva rilasciato Firenze Riparte a Sinistra nel 2017, in relazione alla concessione degli spazi alla Fondazione Zeffirelli, che gestisce un museo definito “deserto” sulla stampa di oggi.
Spazi vuoti, dentro e sul sagrato, che evidenziano non il fallimento di un progetto ma la conferma di un’idea che aveva evidentemente poco a che fare con una città a misura di cittadinanza.
Dare la colpa alla pandemia è davvero assurdo, così come confidiamo non si voglia rispondere a questa situazione parlando di maggiore promozione o valorizzazione. Già in passato si è parlato di un biglietto a 8 euro o di inserire la struttura nella Firenze Card. È inevitabile chiederci se il piano economico presentato e approvato dal Comune sia da ritenere una farsa.
Temiamo che il Partito Democratico e gli altri gruppi consiliari non vorranno parlare di questo problema, anche perché nel 2020 Sinistra Progetto Comune è stata l’unica forza di Palazzo Vecchio a non votare una risoluzione con cui si è chiesto a MiBACT e Regione Toscana di erogare contributi alla Fondazione Zeffirelli per il Centro Internazionale delle arti e dello spettacolo.
Una realtà privata a cui si è riconosciuto un significativo aiuto economico sul canone abbattuto e che evidentemente gode di un chiaro sostegno politico che prescinde da un’idea di città adeguata alle esigenze del territorio.
Alla Giunta di oggi chiederemo se si intende continuare in questa direzione, con finanziamenti pubblici e sgravi a favore di un progetto che non funziona? Rinunciamo a un 60% di locazione e in più ci neghiamo spazi importanti: solo lo scorso anno è stato deliberato di aumentare da 120 a 200 i giorni in cui la Fondazione può usare la Sala della Musica, privando l’Amministrazione di ulteriori 80 giorni in cui poter programmare attività culturali pubbliche.
Foto: Controradio