“L’impegno per la pace non può essere solo un ricordo del passato”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Abbiamo voluto dare il nostro voto favorevole alla delibera per il Conferimento del Giglio d’Oro a Mario Primicerio. Lo abbiamo fatto volendo evitare che fosse un atto automatico, o comunque privo di un impegno rivolto al futuro.
Firenze Città di Pace non può vivere di soli ricordi. Molto si dovrebbe fare oggi, oltre a evocare La Pira continuamente. Basta ricordare l’assenza di Papa Francesco al tentativo di riproporre i dialoghi del Mediteraneo in Palazzo Vecchio, a fronte della presenta di MedOr della Leonardo, con Marco Minniti.
Non è però giorno di polemiche. Resta l’auspicio di una politica capace di rispondere alle lettere per la pace e per la Palestina. Non un generico monito contro le morti innocenti, ma un’azione reale di una Città con un prestigio internazionale ampiamente riconosciuto.
Rifondazione Comunista ha fatto parte della Giunta Primicerio, ma nel suo mandato si è consumata anche una frattura. Nel 1996 era possibile leggere, un articolo uscito su «il manifesto»: Rifondazione e Verdi chiedono «”una città sostenibile” a partire dall’idea-guida del parco dell’area metropolitana posizionato nella piana tra Firenze e Prato e dell’azzeramento dei progetti di edificazione, con un giudizio negativo sull’attraversamento dell’Alta velocità e la richiesta di riqualificazione delle periferie, di recupero dei quartieri e del patrimonio edilizio inutilizzato, di riduzione del rischio idraulico».
Forse in questi anni le culture politiche delle sinistre hanno perso un’occasione. Di riconoscersi nella diversità. Ancora nel 2024 c’è stato chi legittimamente aveva auspicato di riaprire un percorso simile a quello che portò alla candidatura di Primicerio, ma non c’è stato in questi decenni un confronto costruttivo tra visioni legittimamente diverse e parte di quelle discussioni accompagnano il Consiglio comunale ancora oggi.
Il Giglio d’Oro è un giusto riconoscimento non solo alla persona di Mario Primicerio, che si è impegnato anche dopo il ruolo istituzionale. La presenza di tante persone oggi dentro Palazzo Vecchio ci parla di un conferimento a percorsi collettivi, plurali, ma accomunati da un desiderio di pace oggi assolutamente necessario.
Per questo abbiamo votato sì. Con l’impegno che sia una sollecitazione per i 4 anni di mandato che ci aspettano.