“Amarezza pensando, a dieci anni dal referendum per l’acqua pubblica, alla decisione del Comune di Firenze di promuovere una multiutility pubblico-privata per la gestione dei servizi regionali”
Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
“Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua. Le Nazioni Unite hanno scelto l’espressione “diamo valore all’acqua”.
Dubitiamo che intendano il valore finanziario di una quotazione in borsa. Però il Partito Democratico di Firenze, anche in una sorta di isolamento da tante altre realtà toscane, ha scelto di consegnare i nostri beni comuni alla logica della speculazione del mercato.
L’esatto opposto di quanto richiesto dal referendum dell’acqua pubblica dieci anni fa.
In Consiglio comunale abbiamo assistito a situazioni inimmaginabili, con il capogruppo della maggioranza rivendicare la paternità delle idee della destra, proposte da un ordine del giorno della Lega.
La privatizzazione è una strada percorsa in numerose parti del mondo. Il sistema (lo stesso della crisi economica che ha anticipato quella pandemica, ma di cui la politica pare essersi dimenticata) ha già indicato la strada, con 4 miliardi ipotizzati nel cosiddetto Recovery Plan per le multiutility.
Il Forum Italiano del movimento per l’acqua (che ricordiamo aver ottenuto una maggioranza di voti da parte della cittadinanza italiana nel 2011) ha invece avanzato un piano di investimenti pubblici, lanciando contestualmente l’appello quotazione in borsa dell’acqua: no grazie ( http://chng.it/8jDc4LwfBD).
All’appello dell’ONU #water2me si aggiunge #acquainborsaNOgrazie.
Il 2021 impone di ragionare inoltre della correlazione tra disuguaglianza (globale e all’interno dei singoli territori) e cambiamenti climatici: senza un cambiamento il futuro sarà un disastro.
C’è chi sceglie di gestire l’esistente, con l’illusione di poter salvare il salvabile, in attesa che passi la nottata. Così non sarà.
Per questo convintamente sosteniamo le ragioni di un futuro radicalmente diverso, più giusto, che superi la logica del profitto del mercato e la smetta di cancellare ogni ipotesi di un ruolo del pubblico.
A livello internazionale c’è un dibattito anche nel campo dei progressisti, non solo in quello della cosiddetta sinistra radicale o critica. A Firenze tutto questo sembra non esserci. Sarà l’ombra di Italia Viva, formalmente assente da Palazzo Vecchio, ma decisamente presente, non solo in Giunta”.