“Impressionante vedere come una parte politica tema la storia, preferendo rimuovere la complessità del Novecento e sostituirla con i miti della patria che hanno alimentato le guerre mondiali”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
La storia non è mai divisiva, può esserlo la memoria, se viene brandita per provare a ridare agibilità politica a quello che la Resistenza ha resto anticostituzionale. Il Giorno del Ricordo è purtroppo un momento in cui un’intera area politica, sistematicamente, pretende l’appiattimento su un’unica narrazione strumentale delle vicende avvenute sul confine orientale italiano, tra Ottocento e Novecento.
La Lega, in Senato, si è chiesta se è possibile criticare una legge dello Stato: davvero un partito nato nel 1991 ancora non ha capito che la libertà è un valore? Tacere, obbedire e combattere sono i principi che ci hanno trascinato in due guerre mondiali, alimentando violenza e odio. Non ci pare sia un caso che si chieda al Governo di impedire libere iniziative, basate su ricerche, dibattiti e pubblicazioni, con figure titolate a entrare nel merito del passato.
Abbiamo letto di quanto sta avvenendo anche a Eric Gobetti: una vera e propria “caccia all’uomo”, testa a negare agibilità a una figura pubblica, colpevole di scrivere libri e fare ricerca.
Riteniamo importante il contributo dato da Raoul Pupo lunedì nel Salone dei Duecento: occorre imparare dalla storia per fare politica, non usare la politica per riscrivere il passato.
Esprimiamo solidarietà a Montanari e Gobetti, confidando che il dolore delle famiglie esuli possa trovare il suo spazio nella storia europea senza strumentalizzazioni da realtà estremiste e incapaci di guardare al presente con serenità.