“Preoccupazione per il clima che ha colpito il mondo antifascista in questi giorni e per alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Le persone ebree sono da secoli e secoli oggetto di persecuzioni, discriminazioni e odio. Sottovalutare questo vuol dire ignorare la storia stessa delle nostre società.
Sabato deve essere un giorno in cui tutte le forze democratiche chiariscono l’impegno a contrastare quotidianamente antisemitismo, antiziganismo, islamofobia e tutte le altre forme di razzismo che discriminano per colore della pelle o altre caratterische. Questo è il senso con cui è stato istituito il Giorno della Memoria.
Pensiamo sia interessante quanto in questi anni si sta scrivendo sul pericolo che corriamo nel perdere le memorie dirette, proponendo strutture cerimoniali, senza invertire una tendenza preoccupante degli ultimi anni, in cui tornano a crescere le forme di pregiudizio antisemita, anche tra le nuove generazioni.
Così come rischia di eclissarsi la Resistenza, troppo poco coinvolgimento rischiamo di avere il 27 gennaio. Farne un momento di polemiche che hanno altri obiettivi indebolisce questa data.
Fondamentale è dare centralità al Memoriale italiano ad Auschwitz, renderlo vicino alla cittadinanza e una presenza costante.
Rimuovere domande inquiete e sfavorire la partecipazione non sarà mai una soluzione. Per questo ci preoccupa il clima nato intorno a un’iniziativa a Bagno a Ripoli, che poi è stata annullata e spostata. Non vogliamo entrare nel merito del titolo, o della scelta del taglio da dare. Però sappiamo quanto la vicenda di Gaza stia indignando larga parte della cittadinanza internazionale.
Sappiamo bene come le destre useranno il 10 febbraio.
Si sta creando un contesto dove le voci antifasciste devono aver timore di parlare, perché sotto costante potenziale giudizio da parte dell’attuale Governo e della cultura che lo alimenta.
Pensiamo che in questi giorni a Firenze si stia cercando di non aiutare il dialogo. Abbiamo aspettato alcuni giorni per dirlo, perché volevamo evitare di alimentare la confusione che ha colpito tante nostre comunità, a cui esprimiamo solidarietà.
Oggi, nel discutere del Giorno della Memoria, del ruolo di URSS e USA (con gli altri Alleati) nella liberazione dei Campi di Concentramento, sentiamo la necessità di ribadire le nostre posizioni, sempre chiare, trasparenti, pubbliche e aperte.