“Senza ripensare complessivamente il tessuto sociale e un governo radicale della trasformazione, il futuro sarà pieno di fragilità”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Stiamo discutendo gli ultimi documenti legati al bilancio e alla programmazione di questa consiliatura. Da anni sappiamo che abbiamo una popolazione sempre più anziana, con bisogni specifici, a cui mancano adeguate risposte pubbliche.
Aumento dell’aspettativa di vita e minore natalità sono tra i fattori a cui ci si riferisce per spiegare il fenomeno. L’attuale governo ha una sua tradizione retorica sugli incentivi alle famiglie, ma non saranno limitati e isolati sostegni economici a cambiare la situazione.
La ricerca presentata dall’organizzazione sindacale CISL ieri conferma anche la grave situazione della fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni, sul piano sociale. Una forte occupazione nel comparto dei servizi contribuisce a un reddito medio molto basso, combinato con un prezzo dell’abitare insostenibile.
Il modello di sviluppo era insostenibile anche prima della pandemia. Si erano promesse novità radicali e discontinuità. Erano parole vuote, evidentemente, almeno da parte di chi governava e governa.
Il Sindaco, nel presentare il Piano Operativo, ha spiegato di puntare molto alla residenza temporanea. Se però l’idea è quella di attrarre chi ha alta capacità di spesa, finiremo per avere un territorio sempre più polarizzato e segnato dalle disuguaglianze. Ci renderebbe uno spazio attraversato da strutturali ingiustizie sempre più granitiche.
Per questo serve una messa in discussione dell’idea di Firenze che ha la maggioranza (per non parlare di quella delle destre). Certo, non tutto si può fare a livello cittadino, ma questa non può essere una scusa per giustificare una mera gestione dell’esistente.
Diamo la priorità a nuovi servizi pubblici, convochiamo organizzazioni sindacali e associazioni che ogni giorno si occupano di chi vive in condizioni di povertà. Costruiamo una Firenze che mette al centro chi è più in difficoltà e mettiamo al centro la giustizia sociale, che è anche giustizia ambientale. Apriamo questo confronto prima della campagna elettorale, con la centralità del consiglio comunale e di quelli dei quartieri.