“Rispondiamo alla mobilitazione internazionale per non rimanere in silenzio di fronte a una vicenda pesante che da troppo tempo non trova soluzione”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Leonard Peltier è un attivista del Movimento indiano americano, arrestato negli Stati Uniti il 6 febbraio del 1976. 48 anni di detenzione, alcuni dei quali in regime di isolamento. Ha ricevuto la condanna a due ergastoli, con l’accusa di omicidio di due agenti dell’FBI. Ha sempre sostenuto la sua innocenza e numerosi sono i dubbi sull’equità del processo, dovuti anche alla principale testimonianza accusatoria poi ritrattata.
Ha contratto numerose malattie e negli anni numerosi sono stati i disturbi cronici di salute.
Le richieste di grazia non hanno mai ricevuto risposta, nonostante gli appelli siano arrivati da tante personalità e istituzioni internazionali.
Ci sono appelli con milioni di firme, tra cui quello di Amnesty International Italia.
È stato chiesto un appello a tutte le istituzioni e le voci politiche. Aggiungiamo anche la nostra voce. Perché lottare per i diritti dei nativi americani, per la dignità umana e la natura non può essere un crimine.
Ricordiamo come Leonard Peltier sia un nativo della comunità Anishinaabe-Lakota, attivista del Movimento indiano americano. La morte dei due agenti avvenne durante uno scontro. La testimone principale, la cui testimonianza è alla base della condanna, ha dichiarato pubblicamente di aver mentito a seguito di mesi di minacce e molestie da parte dell’FBI. La difesa legale di Peltier ha anche acquisito prove balistiche a sostegno della sua innocenza.
È una brutta pagina, che ci ricorda quanto lo Stato sappia imporre la sua forza in modo opaco e quanto sia importante il peso della mobilitazione dal basso per chiedere giustizia.