“In pandemia le forme di partecipazione si sono ridotte, con un digitale che non può sostituire alcune forme di confronto e ascolto. Attraverseremo la città per capire meglio i bisogni dopo oltre un anno di SARS CoV-2 e spiegare le nostre proposte per Firenze”
Firenze Città Aperta
Sinistra Progetto Comune
Il gruppo consiliare di Sinistra Progetto Comune, con Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, ha accompagnato questa mattina Firenze Città Aperta nella prima delle sue tappe organizzate per comprendere meglio i bisogni di chi vive il territorio dopo un anno di Covid-19.
Queste le dichiarazioni della consigliera e del consigliere:
«Ringraziamo l’associazione di FCA per averci coinvolto in questa proposta. La partecipazione digitale non può sostituire il confronto diretto con la cittadinanza, che piuttosto può articolarsi in nuove modalità, senza escludere una relazione distanziata fisicamente ma non socialmente. Siamo partiti da una parte di Firenze dove la Giunta nega esserci un problema di spopolamento, nonostante abbia annunciato un nuovo censimento per il centro storico per il quale non c’è abbastanza personale (ma non è una scoperta, è il Sindaco che fa annunci senza alcuna concretezza).
Mentre attendiamo a metà giugno un Consiglio dedicato ai progetti presentati per il cosiddetto recovery plan, scegliamo di praticare una modalità favorita dalla campagna vaccinale e dal bel tempo, nel rispetto delle norme Covid-19, sapendo che ancora non siamo fuori da questa pandemia. Per San Lorenzo, Sant’Orsola, piazza Indipendenza e Sant’Apollonia la scelta deve essere chiara: si vuole lasciare questa parte della città al turismo, magari esclusivamente di lusso, o farla tornare a vivere con una popolazione residente? Si vuole costruire tutto sulla retorica della sicurezza al singolare, o discutere di sicurezze al plurale, a partire dalle tutele sociali e dai diritti spesso negati di chi vive sempre più isolato?»
Questa la nota dell’Associazione Firenze Città Aperta:
«La pandemia ha bloccato e desertificato la città, ma le dinamiche della svendita sistematica di Firenze a vantaggio del capitale immobiliarista e dell’overtourism sono tutt’altro che battute. Troppe mani sulla città stanno lavorando e lo stanno facendo nell’ombra o, peggio, con appoggi istituzionali. Per non tornare al problematico ‘come eravamo’, in attesa dell’ospite illustre, il turista, lo studente benestante, le multiproprietà della rendita, serve ripercorrere luoghi simbolo della nostra città, spazi tolti alla cittadinanza o, al contrario, spazi che potrebbero e dovrebbero tornare pubblici e di pubblica utilità. E in città non c’è l’attenzione adeguata alla crescita della povertà e alla crisi di tutti i settori economici. Non solo, la crisi e la perdita dei posti di lavoro è pesantissima, anche negli altri settori. Per questo abbiamo lanciato questa serie di passeggiate, partendo dalla zona del Mercato di San Lorenzo, per poi passare a Sant’Orsola – la cui trasformazione con “l’artigianato di qualità” ci sembra essere un’operazione troppo simile a quanto avvenuto nel recente passato – e piazza Indipendenza, concludendo in Sant’Apollonia, dove va avanti un’importante esperienza di partecipazione dal basso. Ringraziamo la cittadinanza e i comitati che si sono confrontati con noi, così come il gruppo consiliare di Palazzo Vecchio e i consiglieri di quartiere che hanno partecipato. Fra circa un paio di settimane annunceremo un secondo appuntamento».