“Il nostro pensiero, la nostra solidarietà, insieme a quella di tutte le nostre compagne e i nostri compagni, per un’impiegata che è stata aggredita vigliaccamente dal leader locale di Confindustria per avere chiesto di poter usufruire del diritto allo smart-working”
Antonella Bundu, Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
“Se pensavate di esservi lasciati alle spalle gli autoritarismi del secolo scorso, bene: vi sbagliate.
A parte i troppi paesi al mondo in cui ancora governi di aguzzini umiliano il proprio popolo e quelli che hanno la sventura di essere compresi nei loro confini, perché privati di una propria terra, c’è altro, anche in quei paesi occidentali e benestanti in cui si dice che la democrazia e il diritto governino. Come l’Italia.
E questo perché il diritto è sempre relativo, che si applica per i nemici e si interpreta per gli amici. Così come il diritto allo smart-working (che pure ha fatto la fortuna di aziende molto avanzate, che hanno aumentato produttività e profitti, e in alcuni casi ha potuto anche migliorare la qualità della vita a moltissime persone).
Un diritto che qui non è un diritto, ma un “favore”. E se qualcuno decide che il “favore non te lo vuole fare” finisce pure che ti aggredisce.
C’è chi pensa che lavorare da casa non sia lavorare. Questo nega le condizioni di chi impiega il proprio tempo per un servizio (per il profitto di altre persone o per il pubblico), non sempre trovandosi meglio dalla propria abitazione che nel proprio luogo di lavoro. C’è poi il rivolgersi a una persona negandole la dignità.
Questo perché impera una nuova religione, un nuovo autoritarismo: quello del nuovo liberismo, che in nome degli affari e dei soldi, mascherandosi dietro una vaga ideologia liberale e liberista, se ne frega della vita delle persone che lavorano per uno stipendio, se ne frega della salute dei lavoratori e delle lavoratrici, che sono soltanto “cose”, mezzi di produzione, risorsa umana intercambiabile…”.