Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune, e Giorgio Ridolfi con Francesco Torrigiani – Sinistra Progetto Comune Q1
“Viale Redi non è più Quartiere 1? Sul taglio dei pini di Viale Redi, non solo il Comune convoca la cittadinanza all’ultimo e senza neanche informare i consiglieri e le consigliere del Q1, ma l’incontro è convocato in un altro quartiere!
Un progetto, quello del taglio di 52 pini per il rifacimento dell’aiuola spartitraffico di Viale Redi, che ha creato grande preoccupazione in diversi residenti e realtà cittadine, e che alla lettura dei documenti conferma diverse perplessità.
Nell’estate più calda e arida della storia, sarebbe stato necessario un confronto con la cittadinanza, magari coinvolgendo il Consiglio di Quartiere, che tra le poche funzioni ha proprio quella di prossimità, di dialogo e rapporto diretto con la cittadinanza. Il taglio di questi alberi, visto il loro stato e le condizioni attuali della strada, richiede un confronto e un dialogo con la cittadinanza, per essere compreso.
È imbarazzante che non solo il progetto non sia passato dal Quartiere 1, ma che i consiglieri e le consigliere nemmeno siano state informate che stasera alle 18 (Casa della Cultura e della Ricreazione Ponte di Mezzo), il Comune invita la cittadinanza a un incontro di presentazione del progetto.
È surreale che tale incontro avvenga fuori dal Quartiere 1.
Non è un dialogo né un confronto, ma almeno sarà l’occasione di spiegare il senso di questa operazione.
Ancora una volta, notiamo il silenzio assordante del Presidente del Quartiere, sempre più lontano dalla vita delle persone del quartiere che amministra, sempre più in difficoltà per le tensioni nella maggioranza che lo sostiene.
E chi ci rimette sono la cittadinanza e i comitati, che si ritrovano un Consiglio di Quartiere che non riesce a svolgere nemmeno la funzione minima di comunicazione e ascolto, come sta accadendo per le recenti questioni di San Niccolò. E che perde anche quella basica, di vicinanza: ormai gli incontri con la cittadinanza preferisce farli in trasferta: poi si parla di partecipazione e prossimità…”