MINNITI E RETORICA DI GUERRA – “Preoccupazione per le risposte ricevute oggi in aula, che indeboliscono i colori della pace esposti nel Salone del Duecento”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Se vuoi la pace, prepara la guerra, recita una famosa traduzione di una locuzione latina: una parte del Partito Democratico ci pare abbia scelto la via del “se vuoi la pace, parla di pace”. Non basta però. Occorre anche praticare pacifica ostilità a chi invece alimenta la guerra, con le armi.
Rispetto alla nostra domanda di attualità di oggi la Vicesindaca non ha voluto entrare nel merito dell’invito a Marco Minniti, già Ministro dell’Interno, un uomo capace di rivendicare l’apprezzamento per Balbo quando è stato ospite di Fratelli d’Italia (ammiccando alla frase “Chi vola vale, chi vale vola, chi non vola e non vale è un vile”).
Marco Minniti, si vocifera (in maniera infondata, ci mancherebbe!) sia tra le ragioni che avrebbero convinto il Papa a non venire a Firenze . Sicuramente l’invito fatto a lui ha creato una diffusa protesta, in città, in Italia e all’interno delle chiese (compresa quella cattolica).
Non è accanimento verso una persona. È ritenere sbagliato pensare di avere qualcosa di positivo da “copiare” a chi ha ricercato e stretto accordi con la Libia sull’immigrazione.
C’è poi un altro punto. Marco Minniti ci risulta abbia abbandonato i suoi ruoli politici elettivi per un incarico apicale in MedOr, la fondazione della Leonardo, un’azienda i cui titoli in borsa sono stati sospesi per eccessi di rialzo oggi.
Promettere armi all’Ucraina, invece di lavorare per la pace e la diplomazia, garantisce profitti ad alcune imprese, anche italiane?
Quindi si parla della pace, si mettono le bandiere della pace, ma si invita la fondazione di un’azienda che fa affari sulle armi, alla Conferenza sul Mediterraneo, oltre a invitare chi ha promosso politiche migratorie condannate anche dalle Nazioni Unite, a parlare di immigrazione?