“Abbiamo chiesto più volte in questi mesi se sono previste penali – poi da scaricare sull’utenza con le bollette – per il giusto blocco di ogni ipotesi dell’inceneritore di Case Passerini.
Risposte fumose, ma intanto ieri il Consiglio di Stato ha giudicato inammissibile il ricorso presentato da Q.tHermo, società di scopo nata nel 2012 con l’allora partecipata del Comune di Firenze Quadrifoglio (oggi Alia) al 60% e il Gruppo Hera al 40%. E le associazioni ambientaliste, assieme ai Comuni di Sesto Fiorentino e Cambi Bisenzio, si vedranno inoltre risarcite le spese processuali…
Basta. L’inceneritore di Case Passerini – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune in Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu ed il consigliere della Città metropolitana Territori Beni Comuni Enrico Carpini – non si deve fare. Lo dice il buon senso e lo confermano le sentenze, come lo avevano – lo avevamo – detto quelli che si sono opposti, mentre tanti “faciloni” dicevano che eravamo soltanto dei gufi, gli stessi “faciloni” che vogliono a tutti i costi l’aeroporto, insieme alle maggioranze politiche comunale, metropolitana e regionale. Appena sarà passata questa situazione ribadiremo la nostra richiesta di non mettere a carico dell’utenza eventuali penali. Perché gli errori sono stati di scelta politica e la cittadinanza attiva si è sempre opposta a questo errore.
Ma oggi intanto noi dobbiamo e vogliamo ringraziare tutti i movimenti impegnati in questi anni a contrastare decisioni sbagliate, dannose per la salute di chi vive i nostri territori, a partire dalle Mamme No Inceneritore.
Gratitudine che allarghiamo ovviamente a tutta quella Sinistra, insieme a noi, accusata con arroganza di essere nel torto. Pensiamo a quella di opposizione che ci ha preceduto in Palazzo Vecchio, a quella regionale e ai due Sindaci di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio.
Appena sarà passata questa situazione di emergenza – aggiungono Bundu, Palagi e Carpini – è necessario pretendere una definitiva cancellazione dell’inceneritore dagli strumenti di pianificazione, approvando un piano regionale all’altezza delle reali necessità del nostro presente nella Piana. Questo vuol dire saper valorizzare l’economia circolare e l’obiettivo rifiuti zero, investendo su raccolta differenziata e porta a porta. Ci sono numerose proposte, ormai storiche, che arrivano da comitati e cittadinanza attiva, oltre che da soggetti politici a forte sensibilità ambientalista: occorre tradurle in atti di governo, in discontinuità con gli errori del recente passato.
Come la Firenze tutta sbilanciata sul turismo che le giunte comunali degli ultimi dieci anni ci hanno costretto a subire, per poi, gli stessi personaggi, svegliarsi ieri con un’economia malata e sull’orlo del baratro…”.