“Stupiti per le dichiarazioni di ieri. La sua abolizione è ormai una battaglia delle sinistre, a tutela della dignità professionale di chi lavora e del sistema sanitario nazionale, che merita di essere rilanciato”
“L’abolizione dell’intramoenia – spiegano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune e Anna Nocentini, segreteria provinciale Rifondazione Comunista Firenze – è una battaglia a difesa del Sistema Sanitario Nazionale, della dignità delle qualifiche professionali e di un contesto sociale che torni ad avvicinare l’utenza alla dimensione pubblica.
Stupisce, in modo negativo, che il capogruppo del Partito Democratico di Palazzo Vecchio scelga di contestare la decisione della Regione Toscana (dove pure la sua forza politica è la forza maggioritaria), sostenendo che la non ripresa dell’intramoenia lede la libertà dei professionisti e li penalizza.
La tutela di chi lavora è fondamentale, specialmente per chi si colloca a sinistra o ritiene di far parte di questa tradizione. I riconoscimenti professionali, per chi lavora nel pubblico, dovrebbero però rimanere all’interno di questo ambito, non confondersi con le logiche del mercato privato. Questa è la lezione appresa dagli errori, fatti magari in buona fede, degli ultimi decenni.
Tutele, diritti, adeguata retribuzione, livelli occupazionali tali da permettere giusti orari di lavoro: questo è il fronte su cui bisognerebbe investire per difendere il sistema sanitario nazionale. Operare in forma privata all’interno degli spazi pubblici crea anche grande frustrazione nell’utenza e alimenta l’iniquità.
Non è questione ideologica, ma una scelta necessaria, alla luce di come il servizio si è di fatto sviluppato in questi anni. Quella che doveva essere una soluzione si è rivelata una scelta sbagliata. Non a caso gli argomenti del capogruppo del Partito Democratico sono gli stessi del livello regionale di Forza Italia e di altre forze della destra.
Se abolire l’intramoenia implica la fuga dei professionisti dal Sistema Sanitario Nazionale – concludono Dmitrij Palagi, Antonella Bundu e Anna Nocentini – c’è un evidente problema, prioritario, che deve essere risolto. Altrimenti diventa implicito che ci si è rassegnati a una sanità che sarà sempre più aperta alle logiche dei privati, anche a danno delle professionalità di chi lavora”.