Non hanno voglia di lavorare!
Lo hanno sempre detto i padroni e chi sceglie di stare dalla parte opposta rispetto agli interessi delle classi lavoratrici.
Il Comune di Firenze, non da oggi, è governato da chi lo pensa come padrone delle persone che ne garantiscono il funzionamento: le sue lavoratrici e i suoi lavoratori.
In questo primo anno di Consiglio comunale abbiamo avuto modo di sottolinearlo in più occasioni. Alla fine di agosto lo ricorda il Sindaco, che lancia un appello a mezzo stampa per i cosiddetti “custodi”.
Scatenando le telefonate di persone in cerca di un salario. In una città dove si lavora molto a nero, con contratti precari e in appalto. Dove la disperazione sociale si fa sempre più pesante, mentre il tessuto urbano si svuota, trasformando i suoi immobili in occasione di rendita per pochi privilegiati.
Lo ha ricordato il gruppo di precarie e precari dei servizi educativi (che sotto riportiamo in PDF, integralmente).
Abbiamo decine di interrogazioni in cui l’Assessore o l’Assessora di turno spiega che è vero, che la piaga del precariato degli appalti deve essere risolta. Ma niente cambia, se non in peggio.
Il Sindaco ha chiesto scusa? Ha intenzione di chiedere scusa? La Giunta risponderà alle precarie e ai precari dei servizi educativi? In che tempi e con quali modalità? Provvederemo a depositare un’interrogazione in queste ore.
Da una parte c’è l’irresponsabilità al Governo, che a piene mani diffonde retorica padronale, che insulta la stessa dignità del lavoro, dall’altra l’insopportabile silenzio su un sistema degli appalti e di contratti a tempo determinato per servizi essenziali.
Noi stiamo dall’altra parte, dalla parte degli interessi delle classi lavoratrici. Potrà suonare vecchio, ma è drammaticamente una necessità attuale.
La lettera degli Esecutori Servizi Educati supplenze brevi precari storici cliccando qui.