Internalizzazione dei servizi esternalizzati, riconoscendo l’esperienza maturata da chi per anni li ha garantiti in appalto (a partire da quelli educativi e dal servizio mensa).
Garantire un salario minimo di almeno 10 euro a chiunque lavora per il Comune di Firenze.
Dare centralità al personale dipendente del Comune e a chi lavora in appalto per suo conto: ripensare l’organizzazione e favorire il riconoscimento di chi ogni giorno garantisce servizi essenziali, evitando divisioni tra lavoratrici e lavoratori. I luoghi comuni cancellano l’impoverimento degli ultimi anni e le condizioni in cui si trovano realmente.
Invertire il percorso che negli ultimi anni ha visto diminuire in modo drastico il personale dell’amministrazione pubblica → migliori condizioni per lavoratrici e lavoratori e migliori servizi per cittadine e cittadini.
Ripensare con le realtà del territorio e la Regione Toscana alla formazione professionale: per la fascia adolescenziale e giovanile aumentano i rischi di abbandono scolastico. Che tipo di lavori vogliamo favorire sul territorio? Dare risposte in modo partecipato.
Coinvolgere la Polizia Municipale nei controlli per contrastare lo sfruttamento del lavoro (con particolare attenzione al lavoro povero) e rafforzare le misure di tutela (es. lavoro nei cantieri ad alte temperature). Fornire alla stessa armadietti blindati in cui poter lasciare l’arma quando non sono in servizio.
Rendere le Chiavi della Città un percorso in cui sviluppare sempre più elementi di formazione civica e di cultura generale.
Svolgere una funzione di supporto alla Città Metropolitana in materia di manutenzione degli edifici. Rafforzare la funzione di scuole nel centro storico, contrariamente alla tendenza di creare nuove strutture fuori dall’area UNESCO (non svuotarla ulteriormente di servizi pubblici).
Utilizzare gli strumenti urbanistici per favorire uno sviluppo economico del territorio che rafforzi ambiti economici che aiutino la città a non rimanere ostaggio dell’overtourism.