“Riportano i giornali di oggi che il “governatore” Giani promette presto “ordinanze regionali che potrebbero sancire l’obbligo di green pass anche per posti non previsti dalle norme dello Stato […] rendendo impossibile [ai non vaccinati] anche la frequentazione di alcuni luoghi pubblici” (su La Repubblica di oggi), con buona pace dei diritti costituzionali, cancellati – sottolinea il consigliere di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi – con un’ordinanza regionale.
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Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Il potere, come si diceva una volta, ha deciso per una rappresentazione dell’attualità che fa raccontare nei telegiornali. Una rappresentazione – molto teatrale – che vuole che il vaccino per tutti sia l’unica soluzione, ma senza assumere la responsabilità di una legge che obblighi e quindi renda direttamente responsabile lo Stato e il suo ministro della sanità.
Il vaccino è il miracolo dunque, l’unica soluzione, e chi non sia vaccinato è il nemico. Una rappresentazione della realtà che non tiene conto di tante, troppe cose, a cominciare dalle vicende dell’organizzazione della sanità in Italia, come denunciato dalla trasmissione televisiva giornalistica Report.
La scelta della classe politica al potere, a Roma come nei territori, è di coprire i problemi che le loro politiche sanitarie scellerate hanno provocato con una soluzione miracolistica, dividendo il mondo tra i sì-vax e i no-vax, etichettando questi ultimi tutti come visionari e di estrema destra.
Non si parla però dei tagli – aggiunge Palagi – operati nella sanità negli ultimi vent’anni, della riduzione dei posti letto, dei presidi territoriali, dei piccoli ospedali, del fallimento del modello misto pubblico-privato, dove i privati lucrano sulla diagnostica, ma scaricano sulla sanità pubblica rimasta tutte le attività clinico-sanitarie che per loro sarebbero “a rimessa”, come le terapie intensive. Anche in Toscana, non soltanto in Lombardia. E senza avere cercato di tamponare con la sanità di prossimità come ha fatto la Regione Emilia-Romagna. Così Giani oggi difende i tagli di Rossi, schierandosi per la caccia alle streghe non vaccinate.
Il Professor Ainis, inascoltato evidentemente, alcuni giorni or sono, in suo articolo, chiariva bene come esista un preciso quadro dei diritti e dei doveri secondo la Costituzione, per cui è legittima la libertà di cura, per cui i trattamenti sanitari obbligatori, direttamente o indirettamente, devono essere previsti soltanto con Legge, adeguatamente motivati. Come allo stesso modo esistono la libertà di movimento e il diritto al lavoro, anche nel rispetto di contratti che non contrastino con la stessa Costituzione. Altrimenti, rifletteva il professore, di questo passo si potrebbero discriminare i fumatori piuttosto che i golosi di formaggio col colesterolo alto. Il ragionamento – continua il consigliere di Sinistra Progetto Comune – non fa una piega.
Con meno stile di Ainis, potremmo però domandarci che, se invece di un virus, avessimo davanti un bacillo, si sarebbero imposti gli antibiotici a chi ne fosse allergico? E tutto questo perché sono stati tagliati, per davvero e non per ipotesi, i posti in terapia intensiva e si sono diminuiti gli addetti nella sanità pubblica.
I fallimenti della classe politica al potere, sedicente centro-destra o centro-sinistra, i tagli ai servizi pubblici, pagati con le tasse di chi le paga e non le evade, sono nascosti con la retorica della guerra, o con noi o contro di noi, senza considerare gli effetti collaterali, le persone a rischio, gli invalidati post-vaccinazione. Basti ricordare – conclude Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune – che la letteratura scientifica sconsigliava la somministrazione del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca alle donne quasi fin da subito, AIFA prendeva in considerazione il problema già ai primi di aprile, ma soltanto con la circolare dell’11 giugno 2021 il ministero della sanità prendeva posizione e ne vietava l’uso per donne con meno di sessant’anni”.