Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
“Invitiamo la cittadinanza e le organizzazioni sindacali ad ascoltare il dibattito che si è svolto ieri attorno a due emendamenti presentati da Sinistra Progetto Comune, che chiedevano di tenere conto dei diritti delle classi lavoratrici in modo centrale.
La richiesta non era “nostra”, ma frutto di un ascolto delle preoccupazioni emerse nel corso della settimana precedente, in cui si è dibattuto della novità votata in Consiglio comunale ieri.
Lo sappiamo che il Comune di Firenze non ha specifiche competenze in termini di controllo del rispetto dei diritti di chi lavora, perché spetta ad altre Amministrazioni. Infatti abbiamo solo chiesto di non concedere più spazio pubblico gratuitamente e in modo straordinario a chi sfrutta a nero, o a chi fa uso improprio dei contratti di lavoro.
Un modo suggerito era quello di aggiungere una certificazione di effettiva regolarità dell’attività economica su questo piano (il come farla avrebbe potuto deciderlo la Giunta, ma in modo simile a come si fa per tutti gli appalti pubblici).
Chiunque abbia a che fare con il mondo del lavoro è consapevole di quanto sia fragile il settore legato al turismo e alla ristorazione. Alle soglie del nuovo millennio si pensava che fossero “lavoretti” per chi studiava e voleva levarsi qualche sfizio. Si parlava di flessibilità. Oggi sappiamo che è precarietà, spesso trasformata in vero e proprio sfruttamento, che specula sulla condizione di necessità di persone di ogni età.
Non stiamo criminalizzando la categoria degli esercenti. Stiamo ricordando una situazione di fatto, presente anche in fase di crescita del turismo.
Fare spallucce è irresponsabile, specialmente a poco tempo dall’anniversario dell’approvazione dello Statuto dei Lavoratori, che anche il Partito Democratico ha voluto ricordare a voce altisonante.
Il tema è tutto politico, non tecnico. Le soluzioni tecniche si possono trovare facilmente.
Quanto contano i diritti per chi lavora? Molto. Per noi e per chi lavora. Ma chi lavora ha bisogno della politica per poterli vedere garantiti. Oggi come ieri”.
Il primo degli emendamenti bocciati sul tema del lavoro cliccando qui, il secondo cliccando qui.