“Un uomo costretto a convivere con forti dolori per uno/due anni. L’alternativa? Rivolgersi al privato spendendo circa 7.000 euro”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Durante una trasmissione di questa mattina, su Lady Radio, abbiamo avuto modo di ascoltare un’ulteriore storia sulle liste di attesa nella nostra città, che si aggiunge ai casi che abbiamo già denunciato di Ezio Gallori e Luisa Petrucci.
Si tratta di un uomo (Franco) che ha dovuto fare una serie di visite – private, per non portarsi dietro i dolori per otto mesi – per scoprire di avere dei calcoli alla cistifellea e di doverla operare per rimuoverla. Ora o aspetta tra gli uno e i due anni, o paga 7.000 euro, per evitare di passare intorno ai 12 mesi senza poter mangiare e bere in tranquillità.
Poi ci si scandalizza quando si vedono i film statunitensi su come funziona da “quelle parti”, ma di fatto anche nella “virtuosa Toscana” o hai un’assicurazione, o non puoi permetterti di vivere in condizioni di salute, se non hai abbastanza soldi.
Abbiamo trovato nel Difensore Civico della Regione Toscana un’importante voce, sempre pronta a evidenziare al sistema sanitario e alle istituzioni queste continue problematiche, che non possono essere ritenute casi eccezionali.
Raccontare che sarebbe colpa della pandemia vorrebbe dire ignorare completamente che la questione viene da lontano e nemmeno ci convince una spiegazione su eventuali “risorse” che dovrebbero arrivare dal livello nazionale.
Ribadendo di voler continuare a raccogliere ogni vicenda legata al problema delle liste di attesa, torniamo a chiedere a chi vive queste situazioni di raccontarle. Capiamo la difficoltà di esporsi in una condizione di malattia e di bisogno: ma sono diritti negati. Devono essere pretesi. Specialmente con l’arrivo delle risorse economiche europee per far fronte all’emergenza sanitaria.
Foto:taglisanitàbg