“Il nostro question time di ieri evidenzia come ci sia difficoltà a poter entrare nel merito di una realtà culturale centrale non solo per Firenze ma sulla cui gestione pare non si possa chiedere conto”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Avevamo sperimentato il problema di avere informazioni sul Maggio Musicale con accesso agli atti, sentendoci rispondere che la Fondazione è “un ente giuridico di diritto privato” che nella sua autonomia non era tenuto a darci nulla di più di quanto pubblicato sul sito.
Però il ritardo nel pagamento degli stipendi a metà gennaio, dopo gli annunci sulla solidità del bilancio di fine 2021, continua a essere motivo di allarme, non solo per le organizzazioni sindacali che si sono già espresse pubblicamente.
Che tipo di “poste” e “partite” in transito hanno giustificato i problemi di liquidità? Il Maggio è regolare nel resto pei pagamenti? Ci riproveremo a chiederlo.
Perché non è ritenuto necessario capire spettacolo per spettacolo che tipo di impatto hanno sulla programmazione complessiva? Quanti costi riescono ad essere coperti dai proventi della bigliettazione? Quali spese riescono a coprire le diverse entrate del Maggio? E poi il pubblico: quanti posti vengono occupati e quanti rimangono vuoti?
Il dibattito di questi ultimi mesi è stato chiaro, anche se poi è sparita una delle parti coinvolte, l’assessore alla cultura, sostituito ieri dalla vicesindaca, che si ritrova a rispondere di quanto il Sindaco ha scelto di tenersi per sé (dopo aver provato a scaricare la presidenza della fondazione, dando inizio al terremoto della gestione Chiarot).
Adesso governa chi ritiene giusto usare la logica dei grandi sponsor, dei grandi nomi, dei grandi eventi, del turismo di lusso internazionale, invece che investire sul rapporto con il territorio metropolitano. Anche la politica dei prezzi è cambiata. Ma soprattutto, si è tornati indietro nelle relazioni con il personale dipendente.
Nonostante ciò, pare che Palazzo Vecchio poco possa fare o sapere, o forse voglia farlo davvero, purtroppo. Ma noi insisteremo, per amore del Maggio e della cultura, non per polemica.
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