“Domani davanti a Sollicciano, rinnoviamo l’impegno quotidiano oltre la dimensione delle celebrazione”
Antonella Bundu, Sinistra Progetto Comune
Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune
Oggi si celebra il Nelson Mandela Day per la tutela dei diritti umani, tra conflitti, cambiamenti climatici, disparità e disuguaglianze sociali che continuano a crescere. Non possiamo affidarci a un’unica giornata né possiamo trattare come emergenze questioni strutturali di cui il sistema istituzionale deve farsi carico.
In riferimento ai suoi 27 anni di reclusione non possiamo che pensare alle ultime proposte di legge, tese a una penalizzazione della resistenza passiva in carcere.
Ogni conflitto sociale viene criminalizzato, se nasce da chi subisce gli attuali rapporti di forza e di potere.
Nei nostri istituti penitenziari non si fermano suicidi e tentativi di suicidio. Anche per questo abbiamo chiesto al nuovo Presidente del Consiglio comunale di mettere all’ordine del giorno l’elezione del nuovo garante delle persone private di libertà, che adesso non è più di nomina della Sindaca, ma espressione del Salone de’ Dugento.
Rinnoviamo il nostro impegno complessivo a mettere al centro le persone, compresa la popolazione detenuta e il personale che opera in contesti di evidente disumanità.
Domani saremo sotto al carcere di Sollicciano dove pochi giorni fa Fedi Ben Sassi si è tolto la vita, dove spesso chi vive in condizioni di marginalità trova esclusivamente risposte repressive, vedendo aggravare le propria condizione.
Aggiungiamo infine un tema specifico rispetto alla discriminazione. Chi dice che non esiste un problema di razzismo si rende complice di un clima diffuso che negli anni ha portato alle stragi di piazza Dalmazia e di Ponte Vespucci, dove è necessario apporre la targa per Idy Diene. Il colore della pelle è ancora oggi un fattore su cui si costruiscono campagne di odio e pregiudizio.
Nella giornata di oggi sentiamo la necessità di ricordare che parlare di Mandela è parlare di un protagonista della storia recente, incarcerato perché violava una legalità che rendeva legittima la disumanità.